Influencer, una legge per mettere dei limiti: ecco cosa non potranno più fare

Sul modello francese l’Agcom studia come regolamentare la comunicazione di chi ha oltre un milione di follower. Obiettivo: tutelare i minori

Chiara Ferragni, l'influencer più famosa

Chiara Ferragni, l'influencer più famosa

Milano – Ora l’Agcom ha un modello al quale guardare: quello francese. Solo mercoledì scorso l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha avviato i lavori per approdare a una legge che inquadri giuridicamente gli influencer e regolamenti i messaggi che possono veicolare sui social network. Per l’esattezza, il consiglio dell’Agcom ha dato il via libera ad una consultazione pubblica finalizzata a raccogliere pareri e suggerimenti sui paletti entro i quali confinare l’attività dei volti noti del web. Chiusa questa fase – che durerà tra i 45 e i 60 giorni – la definizione della legge entrerà nel vivo.

L’obiettivo è tutelare soprattutto i minorenni (in Italia è possibile avere profili e pagine social già a 14 anni) in particolar modo su temi sempre più sensibili, a partire dalle abitudini alimentari. La strada ipotizzata è l’equiparazione degli influencer ai canali televisivi. Non a caso la legge dovrebbe applicarsi a chi ha almeno 1 milione di follower sui social: i grandi influencer. Questo è quanto ha anticipato Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, nel corso di un intervento al Pirellone. "È necessario porre alcune regole perché gli influencer oggi parlano di tutto, anche di temi delicati che riguardano la salute dei ragazzi e dei cittadini in generale, spesso senza essere professionisti. E i messaggi veicolati costituiscono, talvolta, pubblicità occulta, sono comunicazioni commerciali non dichiarate". Così si è espresso, in sintesi, Capitanio. 

In aiuto e ad ispirazione dell’Agcom, ecco la legge appena approvata all’unanimità dal Parlamento francese, la prima nel suo genere. L’obiettivo è il medesimo: disciplinare l’attività degli influencer. Oltralpe ne sono stati censiti 150mila. E il criterio attraverso il quale si è proceduto al censimento – o per dirla in altro modo: la definizione giuridica data al fenomeno – è squisitamente commerciale: influencer è chi usa la propria notorietà per vendere on line, direttamente o indirettamente, prodotti o servizi e per promuovere alcune cause. Fatta la definizione, ecco i divieti. La nuova legge esclude si possano promuovere sui social contenuti relativi alla chirurgia estetica e vieta di pubblicare immagini relative a cosmetici che siano state ritoccate attraverso filtri digitali, a meno che non venga espressamente dichiarato che l’immagine in questione non è autentica ma è, appunto, il risultato di una rielaborazione digitale. L’obiettivo è evidente: farla finita con comunicazioni e immagini, ma anche pratiche e scelte, che tendano al finto, a veicolare modelli convenzionali. Vietato, poi, promuovere l’astensione dalle terapie, mentre vengono posti limiti severi alla pubblicizzazione di dispositivi medici. In questo caso la finalità è duplice: evitare una commercializzazione irresponsabile o poco controllabile e non incoraggiare un fai-da-te potenzialmente pericoloso.

Non è finita, però. L’altro versante preso in considerazione dalla legge francese, sempre a proposito di salute, è quello del fumo (stop ai messaggi che promuovono qualsivoglia prodotto che contenga nicotina) e della ludopatia (gli influencer dovranno astenersi dal pubblicizzare società e agenzie di scommesse, ma anche siti e attività che offrono gioco d’azzardo). Ha fatto storcere il naso ad alcune associazioni il fatto nella legge che non ci sia nulla contro la diffusione di immagini e messaggi relativi al consumo di alcolici. Ma tant’è. Chi trasgredisce rischia multe fino ai 300mila euro e fino ai due anni di reclusione. I reati individuati dalla legge francese sono quelli di frode o di abuso di fiducia.

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