
L’ingresso del centro sociale Fornace di Rho, ex deposito Eni occupato dal 2018
"Dopo lo sgombero del centro sociale Leoncavallo a Milano, è ora di voltare pagina e ripristinare la legalità anche a Rho. L’area occupata abusivamente in via Risorgimento dalla Fornace, deve essere sgomberata senza indugio e restituita alla collettività e al suo legittimo proprietario. La tolleranza verso palesi violazioni della legge è finita". A chiedere lo sgombero del centro sociale Fornace di Rho, che dal 2018 si trova in un ex deposito Eni, sono Fabrizio Cecchetti, deputato lombardo della Lega, segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati, e Christian Colombo, consigliere comunale della Lega a Rho, che hanno presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno e un’interrogazione in consiglio comunale per sollecitare un intervento risolutivo. La richiesta arriva a poche ore dall’assemblea pubblica organizzata dagli attivisti del centro sociale con l’obiettivo di costruire una campagna in difesa della Fornace e convocata per questa sera alle 21 in via Risorgimento. Ad annunciare lo sgombero erano stati i giovani della Fornace informati del fatto che la proprietaria dell’area ha presentato un’istanza di sequestro preventivo dell’immobile nei giorni immediatamente successivi allo sgombero del Leoncavallo.
I due esponenti della Lega alzano i toni, puntano il dito contro una situazione di illegalità e rispondono alla presa di posizione della Fornace, "le deliranti dichiarazioni degli occupanti, che minacciano di resistere, suonano come un’inaccettabile sfida allo Stato. Nessuno può sentirsi al di sopra della legge, gestendo spazi non propri come se fossero feudi personali, alla faccia di tutte le associazioni e i gruppi che invece rispettano le regole. L’esempio del Leoncavallo ha dimostrato che con la volontà politica si possono ripristinare ordine e legalità. Vigileremo affinché anche per la Fornace si agisca con la massima celerità e determinazione – aggiungono Cecchetti e Colombo –. Non accetteremo che si ripeta quanto accaduto a Milano, dove la Giunta Sala ha dato priorità alla ricerca di una nuova casa per il centro sociale. Sarebbe un vero schiaffo ai tanti cittadini senza casa e un premio all’illegalità".
Roberta Rampini