MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Le scuse del ministro a Wow: "Fumetto è arte"

Una telefonata di Dario Franceschini chiude la vicenda del mancato sostegno economico per il Covid al Museo di viale Campania

di Marianna Vazzana

"Altro che fumo. Questo è Fumetto, è arte". Il Museo Wow Spazio Fumetto di viale Campania incassa la sua vittoria: il Ministero dei Beni culturali fa retromarcia e il ministro Franceschini in persona si scusa, dopo il "no" dei suoi uffici a Wow che aveva presentato domanda per poter attingere al fondo destinato al sostegno di musei e luoghi della cultura non statali dopo la prima ondata di emergenza sanitaria.

Come molte realtà culturali, il museo è in ginocchio e rischia la chiusura, con un mancato introito finora di 140mila euro. La motivazione del rigetto? Questo tempio della cultura milanese che il 1° aprile compirà 10 anni di vita è stato bollato come "luogo espositivo di cose prive della qualità di bene culturale". Come a dire che il fumetto non è arte, non merita aiuto, in barba al patrimonio lì custodito di 800mila pezzi originali tra disegni, albi, libri e giornali e alle centinaia di mostre organizzate. Basti citare le due che erano in corso prima del lockdown: una sulla straordinaria storia della Marvel, la seconda sui lavori poco conosciuti creati per la rivista "Tempo medico" dal milanesissimo Guido Crepax.

Un caso raccontato dal Giorno martedì e che ha sollevato un polverone. Ieri sono arrivate le scuse. "Ho chiamato Luigi Bona - ha twittato ieri il ministro Dario Franceschini - per scusarmi per l’esclusione di Museo Wow dai contributi per l’emergenza Covid. Un errore di interpretazione degli uffici che correggeremo subito. I fumetti sono arte". Per il direttore Bona è stato un giorno felice:"Non mi aspettavo la telefonata del ministro in persona. Mi ha fatto molto piacere. Io avevo ipotizzato che il “no“ fosse dovuto a una errata interpretazione della legge. Altro fatto positivo è che in questi giorni siamo stati contattati da moltissime associazioni che si occupano di fumetto, per unire le forze. Non bisogna fermarsi qui: al ministro ho chiesto che i prossimi impegni del governo non volgano soltanto a finanziare nuovi progetti più o meno faraonici, ma che salvaguardino le tante realtà che già operano da tempo e con impegno. Penso ad esempio allo Studio d’arte Andromeda di Trento o al Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona. Finora abbiamo sempre navigato a vista, ma non deve esserci uno slegamento tra i palazzi di chi ci governa e i territori: occorre distinguere il fumo dal Fumetto".

E per il post lockdown i progetti non mancano: "Collaboreremo con le biblioteche (stiamo entrando nel Sistema bibliotecario di Milano) - annuncia Bona - per rendere sempre più fruibile il nostro materiale: un bene culturale a disposizione di tutti".