"Le opere per le Olimpiadi 2026 a rischio con i rincari dell’energia"

Vertice al Ministero delle Infrastrutture con i governatori di Lombardia, Veneto, Trentino e Alto Adige. Il viceministro Morelli: 324 milioni stanziati in Finanziaria, ma occorre rivedere i costi stimati

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L’allarme lo lancia il viceministro alle Infrastrutture e mobilità sostenibile, Alessandro Morelli della Lega, e lo rilanciano in quartetto i governatori della Lombardia e del Veneto, del Trentino e dell’Alto Adige, cioè delle Regioni e Province autonome che devono organizzare le Olimpiadi invernali del 2026. Perché mancano quattro anni, ma le "opere infrastrutturali", quelle che vengono prima degli impianti sportivi e riguardano strade, ferrovie e trasporto pubblico locale da adeguare a servizio dei Giochi, vanno fatte in anticipo, e il budget messo a disposizione dal Governo potrebbe non essere sufficiente alla luce dei rincari delle materie prime e dell’energia che più che dalla pandemia dipendono dalla ripresa della crescita economica globale, da questioni geopolitiche e dalla necessità di ridurre le emissioni per contrastare il cambiamento climatico. In ogni caso, "il rischio è che non si riesca a chiudere il pacchetto delle opere pubbliche che derivano dal Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato dal Recovery Fund, questo sì legato alla pandemia, ndr) e anche per quelle che si riferiscono alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026", mettono nero su bianco il presidente della Lombardia Attilio Fontana, il collega del Veneto Luca Zaia, Maurizio Fugatti e Daniel Alfreider, presidenti delle Province autonome di Trento e di Bolzano, dopo un incontro di ieri a Roma al Ministero delle Infrastrutture.

Il motivo l’aveva spiegato il viceministro Morelli: "Ho riunito i rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome interessate dall’organizzazione delle Olimpiadi invernali 2026 per discutere della ripartizione dei 324 milioni stanziati in legge di Bilancio per la realizzazione degli interventi infrastrutturali (strade, ferrovie e trasporto pubblico locale) collegati all’evento olimpico - ha spiegato -. Ciascuno ha rappresentato le esigenze dei propri territori, unitamente alle proposte di interventi da finanziare; ho quindi condiviso coi presenti la necessità di rivedere i costi stimati delle opere alla luce dell’aumento dei prezzi delle materie prime che rischia di complicarne la realizzazione". "Condividendo le preoccupazioni espresse dal viceministro – hanno confermato in coro i presidenti del Lombardo-Veneto-Trentino-Alto Adige – chiediamo al Governo di attivarsi con urgenza con meccanismi che consentano di compensare la revisione dei prezzi stimati delle opere pubbliche, alla luce degli aumenti dei materiali e dell’energia, che stanno mettendo a rischio la capacità di programmazione delle istituzioni territoriali". Il primo passo dunque, spiegano da Palazzo Lombardia, sarà procedere a una stima degli extracosti.

Dal vertice di ieri al Mims emergono dunque nuove ombre ad allungarsi sulle Olimpiadi invernali del 2026, all’indomani di un altro allarme lanciato dal presidente del Coni Giovanni Malagò, secondo il quale Milano-Cortina "deve diventare la priorità assoluta. Siamo indietro, a quasi tre anni dall’assegnazione non è ancora partito un cantiere. E dire che abbiamo vinto perché nel nostro dossier il 90% degli impianti era già esistente". Solo l’ultimo richiamo di Malagò, che aveva già protestato per il ritardo nella creazione della società Infrastrutture Milano-Cortina 2020-2026, quella deputata appunto alla realizzazione delle opere infrastrutturali, costituita lo scorso novembre, e il mese scorso espresso preoccupazione per il PalaItalia, il nuovo palazzetto per l’hockey maschile che dovrebbe sorgere a Santa Giulia, previe bonifiche oggetto di un accordo tra Comune e Risanamento (la società proprietaria dei terreni) sul quale pendono due ricorsi al Tar.

Intanto, in soccorso ai Giochi lombardo-veneti arrivano almeno le Frecce Tricolori: la pattuglia acrobatica nazionale dell’Aeronautica militare italiana martedì ha effettuato un volo "sulla Valtellina per promuovere il territorio e le Olimpiadi invernali 2026, con un video in fase di realizzazione", ha rivelato l’assessora regionale al Turismo, l’ex sciatrice Lara Magoni, aggiungendo che a seguito di un "pressing portato avanti da più parti" gli organizzatori della Formula 1 si sono convinti a non rinunciare all’esibizione delle Frecce al prossimo Gran Premio di Monza. Gi. Bo.

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