
Luca Tosi, direttore dell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, quali criteri avete seguito per rimodulare le corse?
"Abbiamo cercato di preservare il più possibile il servizio nelle ore di punta intervenendo sulle corse che fanno registrare meno passeggeri, sulle corse serali e festive e, infine, sulle tratte nelle quali c’è più di una soluzione di trasporto pubblico. L’obiettivo che abbiamo perseguito è stato quello di far fronte alla carenza di personale e alle difficoltà nel reperimento di nuovi autisti – una problematica sempre più diffusa a livello nazionale e non solo milanese o lombardo – limitando il più possibile i disagi per gli utenti ma anche per i lavoratori delle aziende di trasporto pubblico. Un lavoro complesso che abbiamo svolto in queste ultime settimane in accordo con le aziende, ovviamente. E, anzi, in alcuni casi partendo proprio dalla criticità che le stesse aziende ci hanno comunicato".
La revisione del servizio è una soluzione d’emergenza, su quali aspetti bisogna lavorare per superare questa difficoltà a reperire conducenti per i mezzi pubblici?
"C’è sicuramente un tema di appettibilità della professione dovuto all’entità della retribuzione, ma a mio avviso gli aspetti da considerare sono diversi. I problemi di reclutamento sono iniziati già prima della pandemia ma il Covid, poi, li ha accentuati perché, per ovvie ragioni, ha comportato il blocco del turn over e delle assunzioni. Un altro aspetto da non sottovalutare è la concorrenza della logistica, un settore dove agli autisti vengono garantite spesso retribuzioni più alte e, talvolta, anche turni di lavoro più comodi rispetto, ad esempio, al turno spezzato presente nel trasporto pubblico locale. Incide, ancora, il costo della vita, che al Nord è sempre più alto e questo allontana chi, una volta, veniva a Milano con l’intenzione di trovare un lavoro e prendere casa. Infine c’è un tema di norme: perché un giovane non può conseguire la patente professionale per guidare un mezzo pubblico prima dei 21 anni? Perché non equiparare alcune patenti stranieri alle nostre? Gli aspetti da considerare e approfondire sono diversi".
Qual è la proposta dell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale da lei diretta per risolvere o per lo meno alleviare il problema?
"Io credo occorra un patto tra le istituzioni pubbliche e le aziende del trasporto pubblico. Ed è quello al quale, come Agenzia di bacino, proveremo a lavorare. In sintesi, le istituzioni si impegnano a garantire alle aziende le risorse ma anche le svolte normative che queste chiedono o delle quali ritengono di aver bisogno e le aziende, dal canto loro, si impegnano a rivedere i contratti, in alcuni casi fermi da anni, a migliorare l’organizzazione e i turni di lavoro ma anche le comunicazioni ai passeggeri perché siano aggiornate in tempo reale, soprattutto nei casi in cui le frequenze delle corse subiscono modifiche improvvise, ma anche ad intraprendere politiche di efficientamento e innovazione. Serve una strategia di sistema, di lungo periodo. Tutto questo per evitare il loop regressivo del trasporto pubblico".
E per far sì che la domanda di trasporto pubblico torni ai livelli pre-Covid...
"Questo problema riguarda soprattutto il trasporto urbano. Su molte linee interurbane, infatti, siamo già ai livelli del pre-Covid. Questo si spiega col fatto che il trasporto interurbano aveva già in precedenza una percentuale di utilizzo del mezzo pubblico decisamente inferiore rispetto a quello urbano, inoltre è fatto perlopiù da studenti e questi, finita la pandemia, sono tornati a scuola in presenza, nonché da lavoratori di aziende che in molti casi, per le loro dimensioni, non hanno fatto, e non fanno tuttora, ricorso al lavoro da remoto, non in percentuali significative. Il trasporto urbano ha una composizione parzialmente diversa: ad esempio, pesano anche gli utilizzatori occasionali dei mezzi pubblici".
Le rimodulazioni delle corse e i rincari delle tariffe già decisi in alcune aree sembrano però contrarie alla missione di riportare le persone sul mezzo pubblico, che è poi l’obiettivo dichiarato di ogni amministrazione.
"Anche questa volta, come ho detto, abbiamo operato proprio nell’ottica di salvaguardare la capacità di risposta del nostro sistema di trasporto pubblico nelle fasce orarie in cui c’è più domanda, più richiesta".
La guida autonoma, in fase di sperimentazione da parte di Atm, può essere una soluzione, nel medio periodo, per ovviare alla carenza di personale e alle difficoltà di reclutarne?
"Nel medio-breve periodo direi di no. A parte qualche caso isolato, non mi sembra sia una strada che in questo momento si è scelto di approfondire. Nel medio-lungo periodo, invece, può rappresentare una soluzione, ma serve una valutazione complessiva dell’impatto che avrebbe sul settore".
Giambattista Anastasio
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