
Le assegnazioni degli alloggi Aler Case a bando ma non si sa dove E bisogna decidere in sole 48 ore
di Giambattista Anastasio
Le informazioni sono poche, anzi pochissime. E il tempo nel quale si è chiamati a prendere una decisione è ancora meno. No, non si tratta di un gioco di abilità, ma di un bando pubblicato da Aler Milano, un bando per candidarsi a una casa popolare. A sollevare il caso è Carmela Rozza: "Si è passati da un eccesso all’altro", sottolinea la consigliera regionale del Pd. Nel dettaglio, l’Aler milanese ha pubblicato sul proprio sito internet un bando destinato alle famiglie con un reddito Isee compreso tra i 10mila e i 16mila euro e il cui capofamiglia sia occupato, che abbiano uno sfratto "esclusivamente per finita locazione" e non abbiano ancora lasciato l’alloggio o lo abbiano lasciato da non più di 12 mesi.
A queste famiglie si offre la disponibilità di 200 alloggi popolari in valorizzazione – vale a dire a canone calmierato – collocati entro i confini del Comune di Milano. Il bando non specifica altro, non indica perlomeno il quartiere o la zona in cui si trovano gli alloggi in lizza. Poche informazioni date, per l’appunto. E poche informazioni richieste. Già, perché nemmeno nel modulo da compilare per avanzare la propria candidatura ad un alloggio compare la casella di rito, quella nella quale poter indicare la zona o il quartiere di Milano dove si preferirebbe risiedere. Zona o quartiere che di solito coincidono, come ovvio, con la sede delle scuole frequentate dai figli, giusto per fare un esempio. Ma non solo. Nel bando viene precisato che i prescelti devono decidere e comunicare se intendano o no accettare l’alloggio tassativamente entro 48 ore dalla visione dello stesso. Il tutto nell’ambito di un bando che resterà aperto un solo mese: dal 28 giugno al 31 luglio 2023.
Non sfugge il fatto che chi sia sotto sfratto abbia urgenza di un tetto. Ma in questo caso i tempi sono particolarmente stretti e sembrano ulteriormente ristretti dalla carenza di informazioni preliminari utili ad orientarsi. Da qui l’affondo della Rozza: "Si è passati da un estremo all’altro. Nel recentissimo passato Regione e Aler avevano istituito con gran vanto un sistema di assegnazione degli alloggi Sap che consentiva ai cittadini di conoscerne l’indirizzo esatto e, addirittura, di candidarsi per questo o quell’alloggio particolare. Peccato che quel sistema non facesse che rallentare ulteriormente i tempi delle assegnazioni, già lenti. Ora la svolta opposta: ai cittadini è chiesto di candidarsi al buio, senza neppure poter indicare i quartieri di preferenza. E, poi, di accettare in fretta, di decidere in 48 ore se possono o no cambiare zona, magari pure radicalmente. Tutto scritto in un bando che sarebbe pure lodevole non fosse per questa impostazione e per il fatto che non è stato minimamente pubblicizzato sebbe cada a luglio. Delle due l’una: o si tratta di una grave mancanza di attenzione nei confronti delle famiglie o si vuole limitare la partecipazione al bando". Da Aler Milano fanno sapere che le zone degli alloggi non sono indicate per motivi di sicurezza, per evitare che gli alloggi siano occupati. E che in fase di istruttoria è previsto si chieda ai prescelti se abbiano o no una zona di preferen za in cui risiedere.