
In ballo ci sono oltre tre milioni di euro di lavori
Ad avere la peggio nella vicenda Superbonus sono le palazzine di via Togliatti. Queste sono legate a doppio filo alla storia di Lorenzo Sbraccia e della società Fenice, che, da quando è iniziata l’epoca del Superbonus (Sisma Bonus ed Ecobonus), ha subìto diverse trasformazioni: da Fenice Benefit Srl è diventata una Spa e infine una Srl unipersonale (SBR). Per le 65 famiglie coinvolte, il rischio di dover pagare di tasca propria i lavori e indebitarsi per anni è altissimo. L’arresto dell’imprenditore romano non ha fatto altro che confermare la drammatica situazione. In ballo ci sono ben tre milioni di euro.
"La notizia dell’arresto di Sbraccia per noi è stata motivo di gioia. Speriamo che possa supportare la nostra causa e aiutarci a uscire da questo incubo indenni. Finalmente possiamo dimostrare di essere le vere vittime e chiediamo giustizia. Vogliamo essere tutelati, almeno ora, visto che finora nessuno si è preoccupato di darci una mano. Il ripristino della SCIA, che ci ha completamente bloccati e ci sta facendo temere un disastro economico, sarebbe un atto dovuto da parte delle istituzioni", spiega Simona Bonvini. "Fateci almeno finire i lavori con i soldi che Sbraccia ha già incassato – aggiunge Lorenzo Meli – soldi di cui noi non abbiamo mai beneficiato".
Dalla Fenice, nessun commento: "Ci sono indagini in corso, quindi non possiamo rilasciare dichiarazioni", si limitano a dire. La posizione della società di Sbraccia è rimasta invariata fin da quando, quattro anni fa, i cantieri si sono fermati: i lavori sarebbero stati ultimati, con eventuali costi aggiuntivi a carico della società. Ma così non è stato. In particolare, sulla situazione di Lacchiarella, la Fenice ha puntato il dito contro l’ex amministratore di condominio: "Siamo di fatto fuori da ogni attività relativa ai lavori di ristrutturazione degli immobili di via Togliatti a Lacchiarella. La società ha preso atto del mancato accoglimento, da parte del Comune, delle richieste di estensione della CILAS, scaduta non per negligenza della società, bensì per l’inadempienza del precedente amministratore".
Mas.Sag.