Alice Mocchetti, dopo la laurea, si è trovata di fronte a un bivio. Accettare un’offerta di lavoro in banca oppure iniziare una carriera negli uffici della Città metropolitana di Milano. "A differenza di tanti miei coetanei ho scelto il pubblico impiego – racconta – trovando un ambiente dinamico e stimolante. Ci sono ancora troppi stereotipi e pregiudizi da superare". Alice, 24 anni, è uno dei dipendenti più giovani dell’ente. Abita a Rescaldina, nel Milanese, e come tanti altri pendolari della sua zona si sposta in treno sulle linee di Trenord per raggiungere il capoluogo.
Qual è stato il suo percorso di studi?
"Ho conseguito una laurea triennale all’Università Cattolica, in Economia e gestione aziendale. Poi ho completato il percorso di studi con una magistrale in Management per l’impresa. L’anno scorso, durante gli studi, ho iniziato a lavorare negli uffici della Città metropolitana con uno stage di sei mesi".
In quale ambito?
"Lavoravo nel settore Idroscalo, occupandomi di marketing e comunicazione. Mi hanno dato fin da subito spazio e fiducia, è stata un’esperienza molto utile per la formazione e per la crescita professionale. Nel frattempo ho continuato a studiare, mi sono laureata e ho iniziato a cercare lavoro".
Quali sono stati i suoi primi passi?
"Come tanti miei coetanei mi sono trovata a dover prendere in mano la mia vita, perché siamo come tele bianche ancora tutte da disegnare. Ho mandato tantissimi curriculum, ho affrontato diversi colloqui e alla fine si è concretizzata una proposta di lavoro da parte di una banca. Nel frattempo avevo anche partecipato a un concorso della Città metropolitana, con sei posti disponibili e una trentina di candidati. Io ho passato la selezione, e mi sono trovata a dover scegliere fra iniziare un lavoro nel pubblico o nel privato, in entrambi i casi con la prospettiva di un lavoro a tempo indeterminato, l’ambito posto fisso".
C’erano differenze rilevanti di stipendio?
"Lo stipendio iniziale della banca era leggermente più alto, ma non c’era un divario eccessivo. Più o meno le condizioni economiche di partenza erano le stesse, eventuali squilibri si creano negli anni successivi, con la progressione della carriera. Alla fine ho scelto la Città metropolitana, anche perché durante lo stage avevo trovato un ambiente stimolante e aperto".
Una strada che consiglierebbe ai suoi coetanei?
"É impossibile fare un discorso generale, ma ritengo che sul pubblico impiego ci siano ancora troppi stereotipi. Non è un ambiente “vecchio“ o statico, ma almeno nel mio caso offre la possibilità di crescere professionalmente e formarsi in diversi ambiti. Da marzo sono stata inserita nell’ufficio Risorse umane, occupandomi in particolare dei compensi incentivanti. Sicuramente è una strada che consiglierei ai giovani".
Quali strade hanno scelto, invece, i suoi compagni di studi?
"Finora io sono l’unica ad aver trovato lavoro in un ufficio pubblico. Alcuni hanno iniziato a lavorare nel settore privato, in multinazionali o grosse imprese. Altri stanno proseguendo gli studi con un master. Sicuramente, per ora, sono soddisfatta della mia scelta".