LUCA BALZAROTTI
Economia

Lombardia, torna il posto fisso? L’84% ha il tempo indeterminato, ma gli autonomi sono in crisi

Rispetto al 2019 si contano 50mila addetti in più nella regione: un quinto delle assunzioni. Boom di tecnici e profili qualificati, crescono anche gli impiegati nel commercio e nei servizi

L’84% dei dipendenti è stato stabilizzato

L’84% dei dipendenti è stato stabilizzato

Il 2023 ha segnato il record storico di occupati: 23,6 milioni. Un quinto (4,5 milioni) vive in Lombardia. Rispetto al 2019, prima che la pandemia provocata dal Covid frenasse l’economia, lavorano 471mila persone in più a livello nazionale (+2%) di cui 50mila residenti nelle province lombarde (+1,1%). Il tasso di occupazione in dieci anni è salito dal 55 al 61,5% (+6,5%), ma resta lontano di quasi dieci punti dalla media dell’Unione europea (70,1%).

Secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Associazione artigiani e piccole imprese), che ha elaborato dati Istat ed Eurostat, ci sono altri segnali positivi. Il primo riguarda i contratti a tempo indeterminato: l’84% dei dipendenti è stato stabilizzato e l’incidenza sul totale degli addetti è cresciuta del 5% rispetto al pre-Covid. Il secondo riguarda le professioni: nel 2023 il numero di lavoratori altamente specializzati e qualificati è aumentato del 5,8%. Il terzo, anche se da confermare, prevede un ulteriore incremento della popolazione attiva, destinata a sfiorare i 24 milioni entro il 2025.

In Lombardia la variazione dell’occupazione non è stata omogenea. Monza è la provincia con la crescita più alta: +4,6%. In Brianza lavorano 404mila residenti (+17,7mila rispetto al pre-Covid). Sopra la media nazionale del 2% si trovano anche Lodi (+2,8), Varese e Bergamo (+2,5%). A Lodi la popolazione attiva supera le 100mila unità (+2,8mila del 2019), a Varese ha raggiunto quota 391mila (+9,6), a Bergamo 491mila (+12mila). Trend positivi anche se inferiori a Cremona (+1,3%), Milano (+0,9%), Mantova (+0,7%) e Como (+0,6%), mentre a Pavia il saldo con il pre-Covid è pari a zero. Brescia, Lecco e Sondrio sono in controtendenza. La Valtellina ha perso il 4,2% di addetti in quattro anni (oltre 3mila): gli occupati sono scesi a 74,4 mila. Lecco ne ha lasciati per strada 3,8 mila (-2,5%), Brescia 3,7mila (-0,7%). L’altra criticità, trasversale a tutti i territori, riguarda i lavoratori autonomi (-4,2%).

Dopo la pandemia a crescere sono stati solo i dipendenti: +3,1% il personale impiegato nel commercio e nei servizi, +2,3% tecnici e profili qualificati, +2,1% operai e artigiani. Fa eccezione chi non ha alcuna specializzazione (-1,6%)