M4, la gelateria rifiuta il trasloco: "Dal Comune locali fatiscenti"

Le titolari: "Servono 120mila euro per ristrutturare. Restiamo chiusi"

Donatella Di Stefano e Daniela Bertolo

Donatella Di Stefano e Daniela Bertolo

Milano, 24 febbraio 2017 - La loro storia racconta alla perfezione la lontananza che separa anche la politica più volonterosa dalla realtà di tutti i giorni. Donatella Di Stefano e Daniela Bertolo si sono appena arrese di fronte a preventivi che oscillano tra i 120mila e 150mila euro. Una spesa che in questo momento non ritengono di poter affrontare. Anche ad averceli, quei soldi finirebbero col ristrutturare e attrezzare di macchinari un locale che dopo il 2022 potrebbe anche non essere più loro, un locale che con ogni probabilità potrebbe tornare al proprietario: il Comune. Donatella e Daniela sono le due titolari della gelateria «I gelati di Naninà», aperta quasi 5 anni fa in via Foppa e chiusa il 28 ottobre 2016 dopo mesi di agonia dovuti all’arrivo di uno dei cantieri più invasivi tra quelli necessari alla costruzione della Metropolitana 4.

Il 12 gennaio scorso Palazzo Marino diramava un comunicato non poco entuasiasta secondo il quale per tre attività commerciali particolarmente penalizzate dei lavori per la M4 sarebbe iniziato «un nuovo futuro commerciale» grazie al trasloco in locali lontani dai cantieri e di proprietà dello stesso Comune. Tra queste tre attività era indicata anche la gelateria di Donatella e Daniela, alle quali è stato assegnato uno spazio di 130 metri quadrati in via Fiamma. Proprio quello spazio per il quale «occorrono almeno 120mila euro di lavori: i locali sono fatiscenti». A loro la notifica dell’assegnazione sarebbe arrivata solo il 30 gennaio, ma entrambe già il 12 avevano precisato che il trasloco era in forse. Ora, preventivi alla mano, il rifiuto, formalizzato al Comune. Un fatto che racconta tanto. Nel 2016, a causa del cantiere, gli incassi della gelateria sono calati del 40% rispetto al 2015. Le spese da onorare sono rimaste le stesse. L’investimento iniziale per la gelateria è stato di 119mila euro: Donatella e Daniela si sono rivolte a Regione e Cariparma e, di rata in rata, devono restituire ancora 75mila euro. Infine l’affitto: oltre 12mila euro l’anno. In questo contesto come può il Comune mettere a loro disposizione locali fatiscenti, tre volte più grandi di quelli di via Foppa, chiedendo che li sistemino e attrezzino a loro spese concedendo sì uno sconto sull’affitto ma non dando garanzie sulla disponibilità degli stessi dopo il 2022, anno nel quale dovrebbero finire i lavori per la M4? Ad oggi si sa che, fatta la blu, i locali devono tornare al Comune. Punto.

Per far fronte a quei preventivi, le due avrebbero bisogno «di un terzo socio». «E lo abbiamo cercato». Ma per trovarlo, oggi che la crisi svuota le città, occorre tempo. E a proposito di tempo: i primi cantieri per la M4 sono stati aperti a marzo del 2014. Ma tra elezioni ed Expo i primi sussidi ai commercianti sono arrivati solo tra dicembre 2016 e gennaio 2017. E si tratta di contributi una tantum. La stessa gelateria è stata individuata come beneficiaria di un contributo di 10mila euro a titolo di “rimborso” per gli investimenti sostenuti dal 2012 e di 15mila per le spese correnti. Ma ha dovuto chiudere prima di poter vedere quei soldi. Mai il Comune aveva stanziato 6 milioni di euro per compensare i dannati di un’opera pubblica, verissimo. Ma è evidente che qualcosa non ha funzionato e continua a non funzionare. Ecco perché il rifiuto di Donatella e Daniela racconta di una sconfitta di tutti.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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