
Università Bocconi
Milano, 27 ottobre 2016 - "Non vi è corrispondenza tra quanto appreso e le competenze richieste dal mercato del lavoro", a dimostrarlo è l'ultima indagine realizzata dall'Università Bocconi in collaborazione con J.P. Morgan e presentata oggi a Milano. Succede così che i giovani che si laureano in materie scientifiche stentano a trovare un lavoro adeguato alla loro competenza. Lo ha accertato la ricerca su New skills at work secondo la quale, nel 2015 aveva il 50% di possibilità in più di trovare lavoro chi fosse maschio tra i 40-44 anni, fosse residente al Nord, e fosse laureato. Il profilo più svantaggiato, invece, è quello corrispondente a una donna tra i 20 e i 24 anni, residente al Sud, con licenza media o inferiore. La ricerca, durata tre anni, è parte di un programma promosso da J.P. Morgan in Europa per contrastare la disoccupazione e fornire un contributo per migliorare la struttura del mercato del lavoro. "Questa ricerca - ha detto il senior country officer di J.P. Morgan Italia, Guido Nola - è fondamentale per comprendere i problemi del mercato del lavoro in Italia". Soprattutto qui, infatti, il passaggio tra la scuola e il mondo del lavoro risulta difficile, perché - sostiene la ricerca - non vi è corrispondenza tra quanto appreso e le competenze richieste dal mercato.
Il risultato di questa mancata corrispondenza? Il 6,5% della forza lavoro è rappresentato da ragazzi compresi tra i 15 e i 24 anni di età, ma i disoccupati di lungo periodo rappresentano il 20,3%. Tra i 2007 e il 2015 i tassi di disoccupazione (giovani+adulti) è passata dal 14% al 31%. È una percentuale addirittura del 76% quella di coloro che la ricerca definisce "sovraqualificati" (over-skilling), e del 79% quella dei "sottoqualificati". L'over-skilling è maggiormente diffuso tra i laureati (19,6%), che sale al 30% tra i laureati in materie scientifiche.