Laurea e fuga evitata: "Col nostro stipendio in Calabria si sta bene"

Giovanni Alfano ha scelto di lavorare da remoto per una multinazionale a Milano, pur vivendo in Calabria, per restare vicino alla famiglia e godere di una migliore qualità della vita.

Tanti compagni di università di Giovanni Alfano hanno lasciato la Calabria dopo la laurea, per trasferirsi in città del Centro Nord Italia o all’estero, spinti dalle opportunità di lavoro. Lui, assunto nella sede milanese di Stantec, grazie allo smart working totale applicato dalla multinazionale canadese è riuscito a rimanere a vivere a Montalto Uffugo, il paese di circa 20mila abitanti in provincia di Cosenza dove il 33enne è cresciuto. In tasca una laurea in Ingegneria civile all’Università della Calabria, con Erasmus a Lisbona, esperienze di lavoro nelle energie rinnovabili fino all’approdo in Stantec due anni fa, dopo aver superato una serie di colloqui, tutti online. Ha scelto di rimanere in Calabria optando per un lavoro totalmente a distanza e trasformando una stanza della casa in ufficio.

Quali sono stati i fattori alla base di questa scelta?

"Mia moglie, anche lei laureata in Ingegneria, lavora in Calabria. Ci siamo sposati da poco, stiamo costruendo una famiglia. Quando ci siamo trovati di fronte al bivio abbiamo scelto di non trasferirci a Milano, approfittando di questa opportunità. In Calabria ci sono i nostri affetti, e c’è anche una buona qualità della vita per chi come noi ha un lavoro stabile".

Quanto ha pesato sulle vostre scelte il costo della vita in una città come Milano, rapportato a quello della Calabria?

"Sicuramente il fattore economico ha avuto un peso importante, a Milano il costo della casa è insostenibile".

I suoi compagni di studi si sono trasferiti?

"In tanti hanno lasciato la Calabria, e questo è anche un impoverimento per il nostro territorio che vede andare via lavoratori qualificati. Sono scelte individuali, che non voglio assolutamente giudicare. Quando vengo a Milano, ne approfitto per andare a trovare i miei amici".

Ci sono anche aspetti negativi, in questo modello?

"Qui ci sono meno possibilità di esperienze culturali, a volte soffro il senso di isolamento e la mancanza di un rapporto fisico con i colleghi. Bisogna stare attenti a non sviluppare cattive abitudini: ad esempio io mi vesto ogni giorno come se dovessi andare in ufficio. Le criticità, però, sono ampiamente compensate dai vantaggi".

Andrea Gianni

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