ANDREA RURALE*
Cronaca

L’attenzione all’accessibilità del patrimonio

Andrea

Rurale*

I ranking dicono che Milano sia la quarta città in Europa in fatto di offerta culturale e creativa. Classifiche come questa (Cultural and creative Cities Monitor, ricerca del Joint Research Center della Commissione Europea, 2020) ne nascono ogni anno e ciascuna città, in un’arena competitiva sempre più globale, cerca spazi per primeggiare in qualche categoria. Ma Milano continua, da qualche anno, ad essere al vertice di classifiche del ”vivere meglio” (Well Being cities award, 2019, Novartis F.) o dell’essere smart (Smart Cities 2019), fino a quella della qualità della vita del Sole24ore (2019). Alla produttività lombarda, l’efficientismo e la frenesia, caratteristiche per le quali molti milanesi fingono di lamentarsi, celando orgoglio di esserne contagiati, sempre più spesso si aggiunge la crescente offerta culturale che si beneficia all’ombra della Madonnina. Se "la cultura non è professione per pochi ma una condizione per tutti, che completa l’esistenza dell’uomo" (Elio Vittorini, Gli Anni del Politecnico, 1945-1951) quel che accompagna la produzione culturale milanese è l’attenzione alla sua accessibilità. La progettazione dell’esperienza culturale non si esaurisce con l’idea creativa ma deve tenere in considerazione chi e come a questa esperienza avrà accesso. Così il censimento del motore di ricerca Holidu nel 2019 ha inserito nella lista dei luoghi ideali per il Grand Tour non solo Roma con i suoi 911 luoghi di cultura (199 teatri e sale d’opera, 168 musei, 133 galleria d’arte e 411 biblioteche), Firenze e Napoli, ma anche Milano (che conta 524 siti: 138 teatri e sale d’opera, 76 musei, 140 gallerie d’arte e 170 biblioteche) sottolineando come l’accessibilità alla cultura sia punto di forza dell’offerta meneghina.

Anche nel post lockdown Milano stupisce perché le organizzazioni culturali si rimboccano le maniche per raggiungere il pubblico, sebbene sia ora più timoroso e attento: ordinati in gruppi da dieci alla volta hanno visitato i parchi e gli alberi secolari durante le Giornate del Fai all’Aperto e potranno ascoltare un concerto d’archi di fronte al Cartone di Raffaello. Il teatro cambia le sue logiche ma non si ferma ed è possibile godersi una carrellata di monologhi di personaggi che vogliono essere ascoltati e stimolano riflessioni ai bordi di una piscina, fino all’Estate Sforzesca laboratorio di progettazione culturale.

*Università Bocconi