SIMONA BALLATORE
Cronaca

L’arcivescovo alla Cisl: "Tempo di alleanze: il futuro non è minaccia ma responsabilità"

Mario Delpini in via Tadino, accolto dal segretario generale. Sbarra: "Rimetteremo in piedi il Paese, basta muro contro muro". E Gerla avverte: "Milano a due velocità, serve lavoro di qualità".

L’arcivescovo alla Cisl: "Tempo di alleanze: il futuro non è minaccia ma responsabilità"

"Di fronte alle molte sfide che la situazione presenta, le alleanze sono un modo per incoraggiare il cammino. Per immaginare il futuro non come una minaccia ma come responsabilità. Per vivere la complessità non come motivo di smarrimento ma come invito alla saggezza". Così l’arcivescovo di Milano Mario Delpini è tornato a fare visita alla Cisl, in via Tadino. C’è anche il segretario generale Luigi Sbarra ad accoglierlo. "Grazie monsignor Delpini, le sue parole sono per noi una bussola da seguire", lo saluta Sbarra. "La Cisl, la nostra comunità, attinge da sempre, da posizione laica, alla sorgente della dottrina sociale della Chiesa – spiega prima dell’incontro, a ricordare il motivo dell’invito e della visita –. Una sorgente preziosa per non dire indispensabile soprattutto in questi ultimi anni, con le crisi provocate dalla pandemia e dalle guerre che hanno dispiegato i loro effetti perversi su un terreno in cui già si era radicata, in modo prepotente, quella cultura dello scarto, che papa Francesco non si è mai stancato di denunciare". Carlo Gerla, segretario generale Cisl Milano-Metropoli, ricorda la "città a due velocità, che rischia di lasciare indietro sempre più persone", il nodo dell’abitare e la sfida della "locomotiva d’Italia", che "non è solo quella dell’occupazione ma della qualità del lavoro".

"Le statistiche, il sentire comune, i dati sulle situazioni ambientali, lavorative e abitative ci inducono a dire che le cose domani andranno senz’altro peggio – sottolinea l’arcivescovo –: questa visione del futuro è paralizzante. Come la si vince? Io credo che in questa sede bisogna ribadire una spiritualità della fiducia". Fa appello al "dialogo intergenerazionale", alla partecipazione. Delpini invita la Cisl, "che ha una tradizione di scuola", a trovare "la via con cui raggiungere e superare il complesso secondo cui le competenze accumulate siano un patrimonio anacronistico".

A margine un ricordo anche del suo papà, che ha iniziato a lavorare a dieci anni piantando chiodi, che ha studiato ed è diventato ragioniere dopo la guerra. "Nel suo portafogli aveva la tessera della Cisl, dell’Acli, della Democrazia Cristiana, dell’Azione Cattolica. Tante tessere, di soldi forse non ce n’erano. Ma aveva questo senso di responsabilità e di appartenenza". Che non sono stati l’unico lascito, sottolinea Delpini: "Ho imparato da lui anche la quantità del lavoro e l’umanità del suo volontariato".

A chiusura l’invito del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra: "Nella convinzione che questo non possa essere il tempo della contrapposizione, della chiusura, del muro contro muro, ma del confronto, del dialogo sociale, dello scambio, della ricerca della sintesi e della partecipazione, rimetteremo in piedi il Paese e gli consentiremo di prendere la strada di una crescita stabile ed equa, che veda al centro le ragioni della sostenibilità, della buona occupazione, della dignità del lavoro e della sua sicurezza, della famiglia, di una terza età attiva e generativa".