SIMONA BALLATORE
Cronaca

L’appello dell’arcivescovo: "La finanza non sia padrona: i lavoratori tornino al centro. Golia si sfida con l’eccellenza"

Delpini incontra Confcooperative Lombardia: "Resistere ai colossi con la solidarietà". Poi la visita nello storico deposito di Atm: "Vicino alle vostre fatiche quotidiane".

"Un’alleanza tra la Chiesa di Milano e un certo modo di lavorare e di fare lavorare" che vada oltre "un’organizzazione dell’economia in cui la finanza finisce per essere padrona del lavoro, sottraendolo ai lavoratori". È l’auspicio dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, che alla vigilia del primo maggio ha incontrato Confcooperative Lombardia e il personale di Atm.

Il primo momento è nella sede di Confcooperative Lombardia che rappresenta 2.319 cooperative attive in tutti i settori produttivi, coinvolgendo 103mila persone. Delpini ascolta le testimonianze di lavoratori che si sono rimboccati le maniche, rilevando la loro ditta dopo il fallimento, e di realtà che offrono spiragli ai detenuti. Ricorda poi la convergenza tra questi esempi e la "sensibilità ecclesiale", contro "una dimensione vorace di una finanza anonima che produce profitti stratosferici senza guardare in faccia le persone che lavorano". "Per quanto non si voglia demonizzare la finanza, si invoca una finanza diversa", sottolinea ancora, ricordando poi i motivi ispiratori delle cooperative. Parte dalla "centralità del lavoratore": "Il profitto deve essere in funzione della persona, non favorire enti anonimi". Lavoratori visti nelle loro relazioni sociali, come famiglie. Altro tema comune è "la capacità di offrire i lavori agli esclusi, agli emarginati, a quelli che non sono capaci di competere nella gara della carriera". Non dimentica "il tema delle carceri", l’attenzione "a coloro che non hanno curriculum che li raccomanda", ai disabili, agli esclusi perché stranieri. Incoraggia le cooperative alla consapevolezza della sfida contro "i colossi, che hanno i mezzi per spostare materie prime, persone". "La sfida non può essere sulla grandezza ma sull’eccellenza", sottolinea Delpini. "L’altro aspetto del Davide che deve confrontarsi col Golia è la cooperazione, la solidarietà". Invita al "coraggio di resistere contro la prepotenza dei grandi", a non lasciarsi "schiacciare".

Il secondo appuntamento è con i lavoratori di Atm nella loro storica casa, il deposito di via Teodosio che aveva già visitato durante la pandemia. Viene accolto dalla presidente Gioia Maria Ghezzi, incontra i dipendenti e i rappresentanti sindacali, che gli donano un quadro con le impronte delle loro mani, sporche di grasso. Delpini ricorda le soddisfazioni del mestiere e le fatiche, tra "giovani maleducati che insultano", "cittadini distratti che parcheggiano sui binari", ma anche la difficoltà "quando lo stipendio non consente di vivere a Milano e si è costretti a fare il pendolare tra casa e lavoro, quando i pendolari ancora dormono". "Io sono qui per augurare buon primo maggio, ma anche per invitare tutti a riflettere sulla sostenibilità ambientale e sociale", chiude l’arcivescovo.

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