L’appello a Regione e Cnh Industrial "Salvate i 63 dal licenziamento"

I sindacati chiedono di cercare tutte le soluzioni per evitare che il primo maggio restino senza lavoro

di Roberta Rampini

"Chiederemo all’azienda e alla Regione di mettere in campo tutte le soluzioni per evitare che gli ultimi 63 dipendenti della Chn Industrial siano licenziati allo scadere della procedura, il prossimo 1° maggio". Tutti d’accordo: sindaci del territorio, rappresentanti sindacali della Fim-Fiom e Uilm e consiglieri regionali, nessuno dei 63 dipendenti della Ftp Cnh Industrial di Pregnana Milanese deve restare in mezzo alla strada.

È stato ribadito martedì sera nel corso dell’assemblea pubblica che si è svolta all’auditorium di via Varese. Come è noto l’azienda del Gruppo Fiat ha chiuso il plant pregnanese e trasferito le attività produttive a Torino. "La trattativa sindacale di questi anni ha consentito di trovare una soluzione per circa 200 dipendenti, ma oggi ci sono ancora 63 dipendenti che rischiano il licenziamento se non accettano il trasferimento in altri stabilimenti del gruppo - dichiara il sindaco Angelo Bosani - anche la reindustrializzazione di quell’area per noi è fondamentale per creare i posti di lavoro che sono andati persi in questi anni sul territorio. Saremo presenti all’incontro in Regione del 21 marzo, chiederemo di agire sull’azienda perché accolga almeno in parte le richieste dei lavoratori e potenzi la rete per favorire il ricollocamento, fino ad oggi Regione e Afol non sono stati efficaci".

Tra i consiglieri regionali che hanno partecipato all’assemblea c’era Pierfrancesco Majorino del Pd, "seguiremo la vicenda, piuttosto complessa e aperta da tempo, sollecitando Regione Lombardia a fare il massimo per difendere il lavoro. E questo aspetto, quello della difesa del lavoro, deve semplicemente essere la nostra priorità". Le parti sociali annunciano che in occasione dell’incontro si terrà anche un presidio di protesta dei lavoratori davanti alla sede della Regione. "Riteniamo che gli incentivi dell’azienda vadano aumentati e che sia necessario che la Regione si faccia parte attiva per trovare ulteriori ricollocazioni. Dobbiamo ottenere condizioni migliori per tutti e purtroppo abbiamo poco tempo a disposizione", spiegano i sindacati.

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