
Lapo vestito da stellina. Sotto, con gli chef Cesare Battisti e Carlo Cracco
Milano, 5 aprile 2025 – “Lapo sognava di diventare uno chef. Inventava ricette e le scriveva sui quaderni, con il desiderio di raccoglierle in un libro da regalare ai suoi amici. Ora che non c’è più, abbiamo deciso di farlo noi”. Una scintilla si riaccende. Arriva un po’ di luce per la famiglia di Lapo Bressan, scomparso lo scorso 3 novembre a 12 anni a causa di un tumore cerebrale inguaribile che ha consumato gli ultimi due anni della sua vita fino a spegnerla. “Quattro giorni prima che gli venisse diagnosticata la malattia giocava a basket, sereno. Per noi tutti è stato un pugno nello stomaco” spiegano il padre e la madre, Marco Bressan e Chiara Nocentini. Lapo era il più piccolo, il quarto figlio dopo Francesca, ventunenne, Andrea, che di anni ne ha 19, e Davide, di 18. Viveva nella zona di Porta Vittoria ed è stato circondato dal calore dei suoi cari fino all’ultimo. “Il giorno in cui se n’è andato ha chiamato i suoi fratelli e ha detto loro di prendere ciascuno un pezzo della sua torta, la cheesecake. Il suo addio è stato questo”. Ma la sua fantasia è stata più forte della malattia. E le sue idee – apprezzate anche da chef stellati – continuano a vivere. Adesso il suo desiderio sta prendendo forma: le cento ricette che ha scritto sui quaderni stanno diventando un libro e contribuiranno a sostenere cento giornate di assistenza pediatrica per altri bambini grazie a Vidas, associazione che difende il diritto del malato a trascorrere anche gli ultimi momenti di vita con dignità, “che ha assistito Lapo fino alla fine”, dice la famiglia. Due giorni fa è stata lanciata la raccolta fondi (https://insieme.vidas.it/fundraisers/lapo-piccolo-chef) “e in poco più di 24 ore sono arrivati 8mila euro” da 140 donatori. Tutti i generosi partecipanti riceveranno il ricettario di Lapo non appena sarà pronto, in versione digitale o cartacea. Il crowdfunding andrà avanti per oltre 200 giorni.
“Da grande Lapo grande avrebbe voluto portare la cucina italiana in Giappone. Aveva iniziato fin da piccolissimo a cucinare con la mamma, poi durante il Covid sperimentava insieme ai fratelli più grandi. Amava scoprire ingredienti particolari e abbinarli con creatività. Ogni piatto che preparava era un’esplosione di fantasia, precisione e amore. La sua specialità? I primi piatti”, dicono i genitori. “Dal risotto al pesto con burrata e olive taggiasche agli gnocchi di patate con burro, salvia e guanciale. Era molto fiero anche dei paccheri su letto di ricotta, con pepe, pomodori secchi e rosmarino”. Questa era la sua “ricetta stellata“ che ha voluto inviare agli chef che ha incontrato “e che lo hanno ispirato anche nella realizzazione del ricettario. Chef straordinari: da Cesare Battisti, con cui ha cucinato un intero menù per tutta la nostra famiglia e con il quale ha avuto una fitta corrispondenza, a Carlo Cracco, che lo ha accolto con affetto al suo ristorante in Galleria donandogli il suo libro. Per lui anche i messaggi speciali di Giorgio Locatelli e Bruno Barbieri, segni di stima che lo hanno riempito di orgoglio. E una delle sue gioie più grandi è stata ricevere il grembiule di MasterChef firmato da Antonino Cannavacciuolo”.
Ci saranno iniziative per puntare i riflettori sulla raccolta fondi, tra cui “l’impresa in bicicletta del 10 luglio: 430 chilometri da Milano al Bosco di San Vivaldo, vicino Castel Fiorentino, dove si trovano le ceneri di Lapo. Quando arriverò, insieme ai compagni di viaggio che vorranno aggiungersi – conclude il papà – donerò 430 euro, tanti quanti sono i chilometri. Così aiuterò altri bambini in nome di mio figlio. Lapo pedalerà con me”.