REDAZIONE MILANO

Ricatto a Lapo Elkann: due nuovi arresti, anche il 'paparazzo' Bicio Pensa

I carabinieri hanno fermato il fotografo più noto della scuderia di Fabrizio Corona e Giovanni Bellavista, fratello del cameriere già sotto processo Enrico Bellavista per una presunta estorsione

Scambio di soldi tra Lapo e il fotografo

Milano, 10 marzo 2015  - I carabinieri del nucleo investigativo di Milano hanno arrestato il 42enne Fabrizio Bicio Pensa, il fotografo più noto della scuderia di Fabrizio Corona, e il 34enne Giovanni Bellavista, fratello del cameriere già sotto processo Enrico Bellavista per i presunti ricatti ai danni del rampollo di casa Agnelli. Nei confronti dei due, i carabinieri hanno eseguito una misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip Stefania Pepe su richiesta del Pm Giancarla Serafini. L'indagine condotta dal Nucleo investigativo dell'Arma del capoluogo lombardo era scatta il 29 ottobre dell'anno scorso dalla denuncia dello stesso Elkann.

Giovanni Bellavista, l'uomo filmato mentre ritira la prima tranche da 30mila euro per la distruzione del video compromettente di Lapo Elkann, è l'autista di Ferruccio Fazio, l'ex ministro della Salute. È riportato nell' ordinanza di custodia cautelare della Procura di Milano, dove si legge che Bellavista esprime al fotografo Luigi Bicio Pensa (anch'egli arrestato) la sua preoccupazione per la vicenda e ammette di aver cancellato parte del video con cui hanno ricattato Elkann per non avere troppi problemi. Il suo timore, infatti, era di essere coinvolto in un'inchiesta che potesse fargli perdere il posto di lavoro. 

Gli estorsori di Lapo avevano minacciato di vendere le immagini alla rivista 'Chi' oppure a Diego Della Valle e, qualora non fossero riusciti a piazzarle a nessuno, erano disposti a divulgarle gratuitamente in rete col solo fine di danneggiare Elkann. Nell'ordinanza si legge che il fotografo Bicio Pensa aveva chiesto al collaboratore dell'imprenditore 350mila euro, poi ritoccati a 150 mila. Ma quando il collaboratore ha spiegato che anche questa cifra era troppo alta, Enrico Bellavista lo ha incalzato "minacciando di consegnare il materiale in suo possesso a Diego Della Valle, noto imprenditore italiano con il quale Lapo Elkann è entrato di recente in contrasto". Queste le sue parole registrate: "Io sono stato adesso in corso Venezia (alla sede di Tod's SpA, società nella quale Diego Della Valle ricopre la carica di presidente e amministratore esecutivo, ndr) ci sono persone interessatissime a questo video. So benissimo che se io vado da persone me lo valutano anche il triplo, quindi diglielo a Lapo". L'altra alternativa paventata da Pensa era di consegnarlo al direttore di 'Chi' Alfonso Signorini, che però ha avuto solo un contatto telefonico a cui non sono seguiti incontri. 

 

 LA VICENDA DEL VIDEO-RICATTO - Enrico Bellavista, cameriere di 31 anni era stato arrestato lo scorso dicembre per una presunta estorsione ai danni del rampollo. La prima udienza del processo, a porte chiuse e che prevede lo sconto di un terzo sulla pena in caso di condanna, si aprirà il prossimo 23 aprile davanti al gup di Milano Giuseppe Vanore. L'uomo era stato arrestato dai carabinieri, lo scorso 2 dicembre, mentre nella stanza di un hotel a Milano intascava 90mila euro da un collaboratore del rampollo della famiglia AgnelliSi trattava, in realtà, di una trappola organizzata dagli investigatori dopo la denuncia di Lapo Elkann (che aveva già dato 30mila euro al cameriere nei mesi precedenti), che ha raccontato di essere stato ricattato da Bellavista e da altre persone in possesso di un presunto video compromettente. Il filmato realizzato nel giugno scorso in cui l'imprenditore apparirebbe seminudo, vicino a delle 'piste' di cocaina stese su un tavolo. "Non mi ricordo assolutamente, anche in ragione del mio stato di confusione legato alla precedente assunzione di alcol, se provai tale sostanza", aveva messo a verbale Elkann. In cambio della consegna del filmato, dunque, il cameriere avrebbe chiesto al nipote di Gianni Agnelli 120mila euro in totale. Il pm di Milano Giancarla Serafini aveva chiesto per Bellavista il processo con rito immediato e poi l'uomo, difeso dal legale Robert Ranieli, ha chiesto il rito abbreviato. È ancora aperto, invece, uno stralcio dell'inchiesta che vede il fratello di Bellavista, Giovanni, indagato assieme al fotografo Bicio Pensa, 'famoso' dai tempi dell'inchiesta cosiddetta Vallettopoli quando collaborava con Fabrizio Corona, per concorso in estorsione.