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Lambretta lascia via Canzio: "Ma vigileremo sui lavori studentato"

"La nostra scelta di rilascio dell'immobile non è stata facile, ma riteniamo che il nostro obiettivo di mettere in luce il problema della mancanza di alloggi per gli studenti fuori sede sia stato raggiunto"

Occupazione del centro sociale Lambretta

Milano, 7 febbraio 2017 - "Abbiamo deciso di rilasciare lo stabile per poter dare inizio ai lavori che porteranno alla ristrutturazione dello studentato".Cosi il collettivo Lambretta lascia il palazzo di via Canzio 4, a Milano, occupato il 24 settembre 2016 a seguito di un incendio che, il 15 dello stesso mese, aveva distrutto l'immobile di via Cornalia 5, sede per due anni degli attivisti. Quello in questione è un ex-studentato, abbandonato in zona Loreto e di proprietà dell'Università Statale di Milano.

"La nostra scelta di rilascio dell'immobile non è stata facile, ma riteniamo che il nostro obiettivo di mettere in luce il problema della mancanza di alloggi per gli studenti fuori sede sia stato raggiunto - scrive il Lambretta in un comunicato - Manterremo comunque alta l'attenzione sullo stato di avanzamento dei lavori, perché non permetteremo che uno spazio, come quello di via Canzio venga di nuovo abbandonato all'incuria".

Nei giorni immediatamente successivi all'occupazione, il rettore della Statale, Gianluca Vago, aveva accusato il collettivo di "sottrarre spazi agli studenti". Le accuse si rivolgevano contro l'occupazione in quanto poteva creare un ostacolo all'inizio dei lavori nello stabile, lavori che avrebbe reso l'edificio fruibile agli studenti, e metteva l'Università nella situazione di rallentare la ristrutturazione dello spazio pur spendendo denaro pubblico. Il Lambretta ha risposto al Rettore ed all'Università con un comunicato: "Secondo il Rettore, noi siamo di ostacolo per l'inizio dei lavori, ma noi non abbiamo alcuna intenzione di impedire un'eventuale ristrutturazione. Riteniamo comunque curioso che, i fantomatici lavori, siano stati annunciati dopo anni di abbandono e inutilizzo dello stabile, proprio quando abbiamo aperto il vaso di pandora".

Commenta oggi il Lambretta: "Convinti e convinte che senza il nostro intervento, molto probabilmente, non ci sarebbe stata alcuna accelerazione nei tempi di inizio dei lavori, a seguito di un paio di incontri con la dirigenza dell'Università Statale, abbiamo verificato il reale inizio dei lavori di ristrutturazione dell'immobile. Non vogliamo però lasciare un assegno in bianco nelle mani di chi, ha lasciato all'abbandono questo e altri spazi sottratti agli studenti e alla città. Abbiamo quindi sottoposto la richiesta che l'Università degli Studi di Milano aggiorni mensilmente e in maniera pubblica sui progressi dei lavori, sulla trasparenza delle assegnazioni e sui costi. Gli studenti e le studentesse verranno avvisati di tale accordo tramite un comunicato stampa, che sarà pubblicato sul sito dell'Università. Le condizioni da noi poste sono state accettate".