L’allarme a Milano: meno 826 cardiologi entro il 2025, carico di lavoro in aumento

L'Anmco prevede una carenza di 826 medici specialisti in malattie cardiovascolari in Italia entro il 2025. I fattori che contribuiscono a questa carenza sono il blocco del turnover, la retribuzione e l'attività all'estero. Troppo lavoro per il numero di medici previsti.



L’allarme a Milano: meno 826 cardiologi entro il 2025, carico di lavoro in aumento

L’allarme a Milano: meno 826 cardiologi entro il 2025, carico di lavoro in aumento

Entro il 2025 è previsto un deficit di 16.700 specialisti in Italia. "Stimata una carenza di 826 medici specialisti in malattie dell’apparato cardiovascolare". A dettagliare il dato in riferimento alla cardiologia è l’Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri) durante gli Stati Generali. "Alcuni dei principali fattori che contribuiscono a questa carenza di specialisti cardiologi diffusa in tutte le regioni italiane - ragiona il presidente Anmco Fabrizio Oliva, direttore Cardiologia 1 del Niguarda - sono la mancata valutazione e programmazione negli anni passati del corretto numero di cardiologi che dovevano essere formati nelle Scuole di specializzazione". Oliva cita "politiche prolungate di blocco del turnover, finalizzate solo al risparmio a breve termine; divario eccessivo tra la retribuzione degli specialisti tra settore pubblico, privato e, negli ultimi tempi, anche con l’attività all’estero, che crea una competizione difficilmente sostenibile". L’assunzione di giovani in formazione "si è rivelata soluzione transitoria", osserva. "A fronte di questa carenza di personale – continua Oliva – la Cardiologia ha negli ultimi anni visto crescere in modo esponenziale l’attività in senso quantitativo e qualitativo, con incremento di numero e complessità delle attività di emodinamica, elettrofisiologia ed interventistica strutturale e della complessità dei pazienti assistiti nelle nostre Utic", Unità di terapia intensiva cardiologica. "Ci viene chiesto di contrastare il fenomeno dell’incremento dei tempi di attesa per le visite cardiologiche registrato dopo la pandemia e il cardiologo, sempre più spesso, viene ‘precettato’ per coprire carenze di personale in Area Medica o Medicina d’urgenza. Dovremo anche essere coinvolti nei programmi della gestione di patologie croniche, come lo scompenso cardiaco, che prevedono nuovi modelli gestionali nelle Case di comunità e nuovi strumenti di telemedicina". Troppo lavoro, per il numero di futuri medici previsti.