NICOLA PALMA
Cronaca

Sgominata la gang dei bancomat: furti da 3,2 milioni in due anni

Blitz dei carabinieri: banda in azione per 73 volte, i ladri usavano ordigni pieni di nitrato d’ammonio

La banda dei bancomat

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Milano, 26 febbraio 2021 - Una raffica di assalti ai bancomat: 73 in poco più di due anni. Box disseminati tra Milano e hinterland per tenere al sicuro le “frecce“, i bolidi utilizzati per raggiungere gli istituti di credito e scappare a tutta velocità dopo aver arraffato il malloppo. Esplosivi preparati con miscele da piccoli chimici, vere e proprie armi da guerra (così sono state definite dagli artificieri) ricavate dal nitrato d’ammonio acquistato in un negozio di fertilizzanti. Targhe false per sviare le indagini e finte visite a fantomatici parenti in ospedale per giustificare le trasferte (con la complicità di mogli e compagne). Bottini spartiti in parti uguali tra esecutori materiali, autisti e basisti. Residente affittati sempre in prossimità di tangenziali e strade a scorrimento veloce, così da ripartire il più in fretta possibile dopo ogni blitz. Il tutto condensato nella banda del Pilastro, il quartiere periferico di Bologna dal quale provenivano i componenti dell’associazione a delinquere smantellata ieri dai carabinieri del Nucleo investigativo di via Moscova, coordinati dai tenenti colonnelli Antonio Coppola e Cataldo Pantaleo: nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Fabrizio Filice, sono ricostruiti tutti i raid messi a segno dal 2 febbraio 2017 al 20 aprile 2019 (giorno dell’arresto in flagranza di gran parte della banda); il bottino complessivo dei colpi (la stragrande maggioranza in Lombardia tra le province di Milano, Monza, Pavia, Bergamo e Brescia) è pari a 3,24 milioni di euro in 26 mesi.

Nelle 184 pagine di misura cautelare che ha portato 5 persone in cella e altre 5 ai domiciliari, viene ricostruita l’indagine a ritroso dei militari dell’Antirapine. L’inchiesta parte nel dicembre 2018, a fronte di "una particolare recrudescenza" del fenomeno dei bancomat razziati con la tecnica della "marmotta" (15 incursioni in un mese tra Milanese e Brianza): i ladri allargano la bocchetta erogatrice con un piede di porco e inseriscono nella fessura un ordigno improvvisato "formato da un bastone in metallo alla cui estremità viene saldato un contenitore parallelepipedo che può essere riempito fino a circa 500 grammi di polvere pirica, innescato da una miccia o più spesso da un contatto elettrico".

Gli investigatori analizzano gli episodi e ne ricavano un’ipotesi che poi si rivelerà esatta: quei blitz sono tutti opera della stessa gang. La svolta arriva il 13 gennaio 2019, quando il proprietario di un garage a Rubattino, che non riceve da sei mesi i soldi dell’affitto (in nero), decide di dare un’occhiata per capire cosa ci sia all’interno della sua proprietà. Dentro c’è un vero e proprio arsenale (protetto da un congegno anti-intrusione sulla porta basculante), di fianco a un’Audi A4: 10 "marmotte" piene di nitrato d’ammonio, nitrato di magnesio e magnesio metallico (di cui almeno due pronte per l’uso), altre 48 "ancora allo stato di mero manufatto metallico", due sacchi di nitrato d’ammonio. Di più: nel bagagliaio della berlina (nascoste tra ruota e paraurti ci sono pure le chiavi di una A3 RS) vengono trovati 35 biglietti scritti a mano con le indicazioni dei vari sportelli da svaligiare. Il proprietario dice di aver contrattato la locazione con un "uomo di circa 30 anni" descritto come nordafricano: è Zakaria Siyadi, ventottenne bolognese. Prende così corpo la pista del Pilastro, e andando avanti i militari arrivano al presunto capo Giuseppe Molinelli detto "Nano", "personaggio noto per essere particolarmente esperto nelle tecniche di assalto ai bancomat, passato da quella più risalente che utilizzavava bombole di gas acetile (poi abbandonata per la sua pericolosità) a quella più moderna della marmotta". I carabinieri individuano gli altri nascondigli delle “frecce“ (da via Meli a via Ciccotti) e iniziano a monitorare i movimenti del gruppo. Fino alla notte del 20 aprile 2019: al termine dell’ennesimo raid da 92mila euro a Solaro, finiscono in manette Sebastiano "Seba" Corso (già bloccato con Molinelli nel 2014 per lo stesso reato), Siyadi detto "Cinno", Claudio "Claude" Mantano, Giuseppe "Nonno" Quitadamo e Stefano Monaco alias "Gonfio".