GRAZIA LISSI
Cronaca

L’addio amaro dei francesi alla Scala. Legris: sarà la mia ultima stagione

La delusione del direttore del Ballo: "Il mio contratto finisce a novembre 2025, non ho sentito nulla. Vado via". Nove titoli dallo Schiaccianoci a Forsythe. Per l’opera Verdi e Wagner, ma pure Tosca e il ritorno della Norma.

L’addio amaro dei francesi alla Scala. Legris: sarà la mia ultima stagione

L’addio amaro dei francesi alla Scala. Legris: sarà la mia ultima stagione

"Sono felice di presentare questa che sarà l’ultima stagione per me". C’è un fondo amaro anche nella "felicità" di Manuel Legris, il direttore del corpo di ballo della Scala. Anche lui è francese, arrivato al Piermarini col sovrintendente in uscita Dominique Meyer e come Meyer si appresta a lasciare la Scala dopo questa stagione 2024/25. E se, nel suo caso, ancora non è stato individuato un successore (come Fortunato Ortombina che subentrerà a Meyer), fuori e dentro il teatro si scommette su due punte da novanta: la stella della danza mondiale Roberto Bolle, che ha già fatto sapere pubblicamente di essere interessato, oppure Eleonora Abbagnato, oggi direttrice del balletto dell’Opera di Roma. In alternativa un coreografo, ma rigorosamente italiano: pare che gli stranieri non siano più di moda nei luoghi della cultura patria.

La sensazione non è sfuggita allo stesso Legris: "Sorprendentemente non ho sentito nulla sul mio contratto, che finisce a novembre 2025. E ho preso una decisione personale: questa sarà la mia ultima stagione, come per Dominique Meyer", ha annunciato ieri in conferenza stampa, dicendosi "felice perché ho fatto un lavoro forte con i ballerini". "Felice", anche, di presentare quest’ultima stagione mirabile firmata da lui, con nove titoli tra classici come “Lo Schiaccianoci”, “Paquita”, “Il lago dei cigni”, e contemporanei come il trittico “Kratz/Preljocaj/De Bana”; “Peer Gynt”; “Aspects of Nijinsky”. Finale superbo con “Serata Forsythe”.

Grande ballerino, Legris ha valorizzato ogni danzatore della Scala conoscendone le potenzialità espressive; oggi il corpo di ballo del Piermarini è di altissimo livello e sa interpretare qualsiasi repertorio. Incluso questo commiato del direttore, che fa il paio con quello del sovrintendente Meyer, verdiano: “La forza del destino“ aprirà infatti, il prossimo 7 dicembre, la stagione 2024-25 (non accadeva da 59 anni). Sul podio Riccardo Chailly - il cui ruolo di direttore musicale è sicuro fino a fine 2026 –, regìa di Leo Muscato, cast strepitoso composto da Anna Netrebko, Ludovic Teziér e Jonas Kaufmann. Nella stagione ci sarà ancora Verdi, con “Falstaff” nella storica regìa di Strehler, ripresa dall’allieva Marina Bianchi, e a dirigere l’orchestra Daniele Gatti, successore quasi certo di Chailly e già amatissimo dal pubblico milanese; con lui Ambrogio Maestri, Rosa Feola, Luca Micheletti. Ma tornerà anche Wagner, nella direzione di Christian Thielemann, con “Die Walkure” e “Siegfred”, regia di David McVicar e Hannah Postlethwaite; e un’opera di sconvolgente bellezza come “Evgenij Onegin” di Caikovskij, che non poteva che essere diretta dal giovane (e russo) Timur Zangiev.

Gran ritorno della “Norma“ di Bellini, atteso da 47 anni: l’ultima a interpretarla alla Scala è stata Montserrat Caballé, a raccogliere il testimone sarà Marina Rebeka, con Fabio Luisi sul podio. In cartellone anche “Tosca” di Puccini con la regia di Davide Livermore e la direzione di Michele Gamba, in scena Chiara Isotton, Francesco Meli e Luca Salsi. Da scoprire “L’opera seria“ di Florian Leopold Gassmann, librettista Metastasio, con la direzione di Christophe Rousset e la regia di Laurent Pelly; e Francesco Filidei, uno dei compositori contemporanei più interessanti cui la Scala e l’Opera di Parigi hanno commissionato “Il nome della rosa”, ispirata al capolavoro di Umberto Eco. Una sfida che farà incontrare il romanzo e la versione cinematografica in un originale progetto, con la regì di Damiano Michieletto; sul podio Ingo Metzmacher.