Raid di Assago, l’addio a Luis: queste tragedie non si ripetano

Il monito del parroco ai funerali del cassiere ucciso nel raid al Carrefour di Assago. Lo strazio dei familiari, fiori e cordoglio del Monza

I funerali di Luis, ucciso al Carrefour di Assago

I funerali di Luis, ucciso al Carrefour di Assago

Trezzano sul Naviglio (Milano) - Papà Federico si trascina verso la macchina lunga che inghiotte il feretro. Si siede dietro, lo accompagnano, perché a stento riesce a reggersi in piedi. Non è l’età ad appesantirlo, ma lo strazio. Rimane per un attimo da solo, seduto in quella macchina di lutto. Dietro c’è la bara marrone piena di rose bianche e rosse. Ha cacciato dentro le lacrime fino a quel momento, ci ha provato. Poi, lì da solo, chiude il viso tra le mani e il pianto arriva da dentro lo stomaco. "Lo amava, lo amava tanto", ripetono alcune donne chiuse nei cappotti scuri. Dall’altra parte dell’auto scura sale Federica. A invecchiarla d’un tratto è il dolore che le ha spento gli occhi e il sorriso. "Ancora non si dà pace", mormorano dietro le persone. In tanti hanno dato l’ultimo saluto a Luis Fernando Ruggieri, ucciso a 47 anni da una coltellata tirata da Andrea Tombolini nella giornata di follia al Carrefour di Assago dove altre cinque persone sono rimaste ferite "C’erano tante persone – commenta don Paolo Formenton dopo la celebrazione –, molti colleghi, amici, la famiglia. Ma anche tanti che pur non conoscendolo direttamente hanno voluto essere partecipi di questo dolore immenso".

Dall’altare della chiesa di San Lorenzo a Trezzano, dove Luis viveva con la compagna, don Paolo ha davanti la famiglia del 47enne, chiusa in quel dolore che non si può raccontare. A destra ci sono i rappresentanti delle istituzioni, dei Comuni di Assago e Trezzano, di Regione Lombardia, di Città metropolitana. A sinistra una delegazione di giovani giocatori del Monza che portano fiori e cordoglio del calciatore Pablo Marì, ferito dall’omicida ma sopravvissuto al raid. Ci sono i colleghi del Carrefour, che ha tenuto le serrande abbassate per consentire al personale di partecipare alla cerimonia. "Una tragedia che ci ha colpito e a cui continuiamo a pensare da due settimane – ha commentato Christophe Rabatel, ceo di Carrefour Italia –. La nostra vicinanza alla famiglia e ai colleghi. Resta la rabbia. Non è accettabile morire così". Perché in mezzo al dolore c’è il sentimento del senso di ingiustizia che spinge alla riflessione. "Se c’è un messaggio che Luis vuole lasciarci - ha aggiunto il parroco nell’omelia - è che ciascuno deve prendersi le proprie responsabilità affinché certe cose non avvengano più".

 

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