L’addio a Ettore Fiorini "Con le sue ricerche e il suo entusiasmo ha segnato la rotta"

Tra i padri della fisica italiana e fautore del laboratorio del Gran Sasso. Il ricordo della Bicocca, che stava già organizzando il suo compleanno. "Quella volta che rientrò di corsa dalle ferie per la nave con i lingotti...".

L’addio a Ettore Fiorini  "Con le sue ricerche  e il suo entusiasmo  ha segnato la rotta"

L’addio a Ettore Fiorini "Con le sue ricerche e il suo entusiasmo ha segnato la rotta"

di Simona Ballatore

"Con i suoi studi ha segnato la rotta: ci guiderà ancora per i prossimi 10-20 anni almeno". Così l’università di Milano-Bicocca ricorda il lascito del fisico Ettore Fiorini, scomparso all’età di 89 anni. Il 19 aprile ne avrebbe compiuti 90: era nato a Verona nel 1933, si era laureato in Fisica alla Statale nel 1955, dove aveva avviato la sua carriera accademica. Dopo un periodo negli Stati Uniti, alla Duke University, nel 1969 era tornato a Milano, aprendo la ricerca sul fenomeno del doppio decadimento beta senza emissione di neutrini. Ha lavorato al Cern di Ginevra, fu tra i protagonisti dell’esperimento Gargamelle.

In Bicocca, dove ha lavorato fino all’ultimo, erano già in corso i preparativi per festeggiare il professore emerito che ha dato nome, linfa e lustro al dipartimento di Fisica. C’era già la data, cerchiata in rosso in agenda: 20 aprile. "Senza di lui la sezione Infn (istituto nazionale di fisica nucleare) di Milano-Bicocca non esisterebbe", ricorda la rettrice Giovanna Iannantuoni unendosi al dolore della famiglia e degli amici. Oltre a essere tra i protagonisti della fisica delle particelle in Italia, era Accademico dei Lincei; è stato insignito nel 2007 del Premio Enrico Fermi della Società Italiana di Fisica per il "suo contributo alla scoperta delle correnti deboli neutre e allo studio dei neutrini solari". Nel 2013 ha ricevuto il Premio Bruno Pontecorvo per le sue ricerche nel campo della fisica delle particelle e in particolare per gli studi condotti sul neutrino. "Dotato di ironia e di grande entusiasmo, sempre pronto alla battuta, ha contribuito in prima persona alla crescita della fisica astroparticellare i cui sviluppi non ha mai smesso di seguire con passione - sottolinea Iannantuoni -. Mi fa piacere ricordare anche la sua curiosità per la tutela e per la conoscenza del patrimonio culturale, un campo al quale ha saputo dare contributi innovativi, dedicandovisi con passione, come ha sempre fatto in tutte le attività scientifiche che ha portato avanti".

Lo ricorda ancora correre dal quarto al terzo piano Ezio Previtali, che è stato suo alunno e che ha lavorato al suo fianco per 35 anni. "Aveva un entusiasmo innato in tutto quello che faceva, che trasmetteva a tutti. Una volta partì per una vacanza in montagna, ma dopo appena due giorni mi bussò alla porta: “Hanno scoperto una nave romana con dei lingotti di piombo affondata al largo della Sardegna“, mi disse. E io perplesso: "Ma cosa c’entra con noi, fisici delle particelle? C’entrava eccome. Aveva già in mente tutto". Subito si mobilitò per trovare un accordo con la Sovrintendenza per poterne utilizzare 200 per la schermatura degli esperimenti nel massiccio del Gran Sasso. "Arrivava con idee che stimolavano i giovani. Ha fatto scuola". E l’elenco dei grandi che sono stati suoi alunni si fa fitto. "Era sempre disponibile: entrava nell’ufficio, si sedeva di fronte e ti lanciava un’idea. Pronto a discuterne, lasciando a noi giovani anche la possibilità di prenderci delle responsabilità, di metterci in discussione", continua Previtali. Fiorini è stato uno dei fautori del laboratorio sotterraneo del Gran Sasso. E il pensiero ritorna lì. "A livello internazionale ci sono tre grandi esperimenti in discussione - sottolinea Previtali -. Se torniamo indietro nel tempo, tutti e tre partono dalle proposte che ha fatto lui, dagli anni Settanta in poi. Sono tre approcci di punta per guardare in avanti, un’eredità scientifica e storica. Ettore ha indicato la strada a noi e alla comunità scientifica internazionale".

Il 20 aprile Fiorini non ci sarà. Ma la sua Bicocca lo ricorderà tramutando l’evento in un omaggio. "Con lui perdiamo un padre della fisica italiana che ha cresciuto molte generazioni di scienziati che portano avanti la sua eredità", scrivono anche i colleghi dell’Accademia Nazionale dei Lincei, senza dimenticare il "carattere garbato e la simpatia": "L’abbiamo sempre sentito dire di ciascun collega che era un suo grande amico".

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