"La vita di un ragazzo non può valere così poco Chiediamo giustizia"

"Vorrei sapere chi è stato a colpire Simone quando era già a terra". Mamma Daniela Stucchi sa che "non servirebbe. Ma noi abbiamo bisogno di quei nomi". "Il giudice dice che è stata una ‘barbarie’ ma poi la legge traduce quella violenza in poco più di 7 anni di carcere. Non è necessario essere genitori per capire che nessuna pena sarebbe mai abbastanza per noi. Il nostro piccolo non tornerà più. Ma oltre alla violenza che abbiamo subito, uno strappo che nessuna parola può raccontare, ci sentiamo vittime di un’ingiustizia. Non vogliamo mancare di rispetto a nessuno, ma è quello che proviamo ogni istante. La vita di un ragazzo non può valere così poco". La famiglia non si dà pace "per l’orrore di nostro figlio morente e offeso con altre coltellate, tre sono state quelle forti, l’ultima fatale, quando era già agonizzante, ed era già pieno di colpi alle braccia e dappertutto. Era indifeso e nessuno ha avuto pietà di lui. Simone non è morto durante la rissa". E’ scritto nei fascicoli: "E’ morto - ancora la mamma - poco dopo la sassaiola con la quale i pessanesi hanno ‘accolto’ lui e gli altri, prima del pestaggio. Era a mani nude, chi lo conosceva sostiene che volesse fare da paciere e invece ci ha rimesso la vita senza perché. Non c’entrava con le vicende che avevano scatenato la rivalità e l’appuntamento. Ogni volta che si parla di lui temiamo che venga accostato a comportamenti che non gli appartenevano. Era un ragazzo speciale e non meritava di morire così", Anzi, "nessuno dovrebbe fare una fine del genere". Gli Stucchi sperano nella riabilitazione "degli assassini, perché la legge ci ha detto chi sono, ma non ci contiamo. Abbiamo paura che altri genitori, una volta fuori, saranno costretti a fare i conti con una condanna che non finirà mai". Bar.Cal.

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