La uccise con 147 fendenti Condannato il killer Losso

Omicidio della trans Emmanuel Rabacchi, pena definitiva di 18 anni al cliente

Prima di fuggire, era andato in bagno e si era lavato del sangue di Emmanuel Alves Rabacchi, ripulendo pure le suole delle ciabatte. Poi si era diretto in cucina e aveva girato le manopole dei fornelli per saturare l’appartamento di gas e farlo saltare in aria. In strada aveva pure avuto la freddezza di evitare due telecamere di altrettante banche nel tragitto fino alla sua Clio, parcheggiata in piazza Firenze. Accorgimenti che non erano bastati al bancario di 44 anni Cristian Losso per dribblare le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo, che lo avevano arrestato il 24 luglio 2020 con le accuse di aver ucciso con 147 coltellate la transessuale brasiliana Manuela la mattina di quattro giorni prima nell’abitazione di via Plana 10 e di aver tentato di far esplodere il palazzo per cancellare le tracce che avrebbero potuto incastrarlo.

Nei giorni scorsi, la Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a 18 anni di reclusione emessa dalla Corte d’Assise il 24 maggio 2021 e confermata in Appello il 2 febbraio scorso. I giudici hanno respinto l’istanza del legale di Losso perché proposta fuori termine: le motivazioni del verdetto di secondo grado sono state depositate il 4 aprile 2022; il ricorso in Cassazione è stato protocollato in cancelleria il 24 maggio, oltre i 45 giorni previsti dalla legge. Di conseguenza, le ragioni della difesa, tutte concentrate sull’aggravante della crudeltà, non sono state neppure esaminate nel merito. Si è chiusa così la vicenda giudiziaria legata a un delitto particolarmente efferato. Un caso risolto nel giro di poche ore dagli investigatori di via Moscova, che avevano individuato il presunto assassino nelle immagini registrate dalla telecamera installata all’ingresso del condominio. Quel volto era stato mostrato a un’amica della trans quarantottenne, che si prostituiva con annunci on line: "Sniffavano cocaina insieme consumavano rapporti sessuali – aveva messo a verbale la donna –. Ultimamente Manuela mi aveva raccontato che questa persona le doveva dei soldi per delle prestazioni sessuali e per la cocaina che avevano comprato e consumato. Penso che il debito ammontasse a circa 500 euro. Il cliente le aveva promesso più volte di darle il dovuto, ma rimandava sempre, dicendole che aveva perso il lavoro durante il lockdown e che era in difficoltà economica".

In primo grado, la Corte d’Assise ha condannato Losso a 18 anni, nonostante la Procura avesse chiesto l’ergastolo. Nelle motivazioni, i giudici hanno spiegato di aver tenuto conto dell’incensuratezza dell’imputato, dell’immediata "ammissione di colpa" e delle "osservazioni sulla personalità" narcisistica e istrionica, con un disturbo cronico causato da abuso di alcol, cocaina e psicofarmaci. A contare nella quantificazione della pena è stata pure la circostanza, emersa dopo l’arresto, che Losso avrebbe agito perché sotto ricatto della vittima, che avrebbe preteso soldi per non diffondere foto e video compromettenti. "Finché ho potuto ho pagato, non ho denunciato perché mi vergognavo", la sua versione. In Appello è arrivata la conferma dei 18 anni. Ora resi definitivi dalla Cassazione.

Nicola Palma