La tragedia di Linate. La verità per chi non c’era

Fra i ricordi del cronista e dei soccorritori la presentazione del libro “Non è colpa della nebbia. La tragedia di Linate narrata ai ragazzi” di La Mantia

La tragedia di Linate

La tragedia di Linate

Milano - Ricordi. Emozioni. Commozione contenuta ma forte alla libreria Feltrinelli di piazza Duomo. Il disastro all’aeroporto di Linate, 118 vite bruciate l’8 ottobre 2001, in un libro di Francesca La Mantia, 'Non è colpa della nebbia. La tragedia di Linate narrata ai ragazzi' (Gribaudo). Anna ha sedici anni, nel dramma dell’hub ha perduto il padre. Il nonno la ha sempre detto che l’incidente è stato causato dalla nebbia. Ma quella spiegazione non poteva bastarle per sempre e un giorno Anna ha deciso di conoscere e affrontare la verità. Francesca La Mantia ha dialogato con Adele Scarani, presidente del Comitato '8 Ottobre per non dimenticare'. Ha moderato Sandro Neri, direttore de Il Giorno. L’intervento dell’ingegner Stefano Zocco, della Sea. Quello di un volontario della Croce Rossa impegnato nei soccorsi. L’intervento del cronista con tanti incancellabili ricordi del cronista. "C’è stato un incidente a Linate. Un aereo, si è staccata un’ala". La voce del direttore Umberto Marchesini. Fu la prima telefonata, quella mattina di lunedì.

E fu subito una corsa folle, cercando di sfruttare la scia delle ambulanze e dei mezzi della polizia. La radio trasmetteva le prime notizie, parlava di cinque, sette, otto morti. Un’auto della Stradale bloccava l’imbocco di viale Forlanini. Inutili le spiegazioni di essere un giornalista. "Faccia un fax e chieda di essere autorizzato", fu l’epilogo di un vano cozzare contro il muro dell’incredibile. Quasi precipitandomi da una scarpata, raggiunsi a piedi il viale, percorso solo da ciclisti e pedoni. Fermai un ciclista, bicicletta da corsa. Mi offrì un passaggio sul sellino. Le ambulanze erano allineate. Immobili. Inutili. I rottami del Boeing che sarebbe dovuto decollare per Copenaghen ardevano ancora. "Sono tutti morti", sussurrò un agente. Con Paola D’Amico, Tino Fiammetta, Enrico Fovanna, con la corrispondente Patrizia Tossi, con i colleghi accorsi in redazione, imbastimmo l’edizione straordinaria.

Da Linate dettammo a braccio i “pezzi” che la bravissima Noemi Perego prese al dimafono. Fu una pagina di grande giornalismo che vide Il Giorno mettere in campo tutto il suo orgoglio.

Nel pomeriggio ci si mise alla ricerca dei familiari delle vittime. Un’apparizione, un uomo che mi si materializzò al fianco. "Pensare - mormorava trasognato - che ieri era con noi a tavola". Giuseppe Nervi, bergamasco. Sul volo della Sas era salito il genero Simone Zanoli, marito di sua figlia Marzia. La sera, in quell’hangar. I sacchi candidi che racchiudevano ciò che rimaneva di 118 vite bruciate.

Fu quella la mia" Linate.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro