
I contatti sul dark web. La spedizione anonima dalla California e recapitata da ignari corrieri in bici. E una super marijuana con un principio attivo che potrebbe aggirarsi sul 90%. L’ennesimo esempio di spaccio “alternativo“ in epoca di restrizioni da coronavirus arriva dall’ultima indagine del commissariato Villa San Giovanni, che ha portato all’arresto di un ventottenne italiano: in casa, l’insospettabile aveva ampolle, presse e tutto l’armamentario per l’essiccazione dell’erba made in Usa; senza dimenticare i 16mila euro in contanti, plastica testimonianza di una fiorente attività di smercio al dettaglio (con tanto di agendina con nomi e conti). Gli approfondimenti investigativi degli uomini del vicequestore Alessandro Chiesa sono partiti domenica scorsa, quando i poliziotti sono riusciti a intercettare uno dei clienti del ventottenne, che stava tornando a casa a bordo di un taxi dopo aver fatto “rifornimento“.
Il ragazzo, controllato in corso Buenos Aires, aveva con sé una scatoletta meccanica che conteneva un paio di dosi di marijuana e un pezzetto di hashish. L’odore intenso dello stupefacente ha fatto drizzare le antenne agli agenti, che hanno subito compreso la diversità di quel tipo di stupefacente rispetto a quelli abitualmente sequestrati in città. Così sono scattati gli appostamenti nella zona di residenza del presunto pusher, dalle parti di via Tucidide: i poliziotti hanno individuato lo stabile giusto dal viavai continuo di acquirenti (che suonavano al citofono dopo aver preso accordi telefonici) e martedì sera hanno bloccato il sospettato, rientrato a casa a bordo di una Mercedes. Il ventottenne non ha opposto resistenza, ma inizialmente non ha fornito alcuna indicazione utile agli investigatori. Ai quali, peraltro, è bastato entrare nell’appartamento per farsi un’idea chiara. Oltre agli strumenti utilizzati per l’estrazione dell’olio dalla marijuana, gli uomini del commissariato di viale Monza hanno trovato le scatolette bianche con lo smile disegnato sopra, identiche a quella trovata addosso al primo cliente, che l’uomo distribuiva: la dose standard, venduta a 50 euro (invece del prezzo di mercato attorno ai 15 euro), era rappresentata da un’infiorescenza di marijuana e da un pezzetto di hashish di colore marrone chiaro.
Messo alle strette, lo spacciatore ha rivelato di aver acquistato la droga in California, infilandosi nei meandri del dark web (dei quali sarebbe molto esperto), facendosela poi recapitare al suo indirizzo da pony express, all’interno di sacchi neri. Il ventottenne è finito in cella; sotto sequestro 468 grammi di marijuana, 230 di hashish e 16mila euro.