GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Carriere alias, la storia di Nico: “Senza questa opzione avrei mollato gli studi”

Milano, lo studente 20enne della Statale ha seguito il dibattito in Consiglio regionale sulla mozione presentata da Fratelli d’Italia. “Quando ho sentito il mio nome durante una lezione è stata una liberazione”

Nico Guglielmo, 20 anni
Nico Guglielmo, 20 anni

Milano – Ieri mattina era tra gli studenti che hanno seguito il dibattito in Consiglio regionale, dalla prima fila della tribuna riservata al pubblico. Tra gli studenti che, alla fine, una volta visto l’esito della votazione, si sono lasciati andare ad un urlo liberatorio. Nico Guglielmo, 20 anni, studente all’Università Statale di Milano e attivista dell’Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere (ACET), è fuori dal Pirellone quando lo avviciniamo, ha appena finito di parlare con Giacomo Zamperini, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia primo firmatario della mozione che chiedeva una ricognizione tra le scuole lombarde per capire quali consentano le carriere alias e secondo quali regole e regolamenti. La mozione che è stata infine bocciata dall’aula del Pirellone per la mancanza di due soli voti.

Guglielmo, la vostra è stata quasi un’esultanza da stadio. Sorpresi dall’esito del voto in Consiglio regionale?

"Il nostro è stato un urlo di gioia, abbiamo esultato perché non ci aspettavamo proprio questo risultato, anzi eravamo convinti che alla fine, nonostante tutto, la mozione sarebbe stata approvata".

Cosa ha significato per te il fatto che l’università nella quale studi consentisse di attivare la carriera alias?

"Obiettivamente io avrei rinunciato anche solo a presentarmi in un’aula universitaria pur di non sentirmi chiamato con un nome che non è il mio, un nome che è sui miei documenti ma non è il mio. Immaginate cosa possa significare per una persona che ha la barba vedere un nome femminile sul proprio documento di identità.... Ricordo ancora come mi sono sentito quando per la prima volta mi sono sentito chiamare in aula con il mio nome in aula. Avevo alzato la mano per fare una domanda, il docente mi ha visto e si è rivolto a me dicendomi: “Sì, Nico, dimmi...“. Io non me lo aspettavo perché per due anni sono stato identificato e chiamato con un nome diverso, così, quando quel docente mi ha visto e mi ha invece riconosciuto per quel che sono, mi sono persino dimenticato la domanda che dovevo porre. Non riuscivo a realizzare sul momento".

Come giudichi il dibattito su questa mozione in Consiglio regionale?

"Noi abbiamo parlato con il consigliere regionale Zamperini, ma evidentemente lui non ha capito quello che abbiamo provato a comunicargli, perché se lo avesse veramente comprese, ora saprebbe che le carriere alias salvano letteralmente la vita alle persone, altrimenti rimarrebbero chiuse in casa a vita, altro che studiare o vivere normalemente in una società che non li riconosce ancora del tutto".

Ritieni, quindi, che la carriera alias abbia salvato la vita anche a te?

"Sì, assolutamente. Io non mi sarei mai iscritto all’Università e non avrei mai continuato il mio percorso di studi se non avessi avuto la possibilità di essere e di dimostrare quello che veramente sono”.

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