
Italo
Farnetani*
A scuola con il doppio turno, alternando per ogni alunno una settimana al mattino e un’altra al pomeriggio.
Una proposta utile non solo per evitare i rischi associati alle ‘classi pollaio’, a eventuali ‘ingorghi’ in entrata e uscita e al sovraffollamento dei mezzi di trasporto, ma anche per assecondare i naturali ritmi crono-psico-biologici dei ragazzi.
Con vantaggi per l’apprendimento, la memoria e il rendimento, considerando che è nelle ore pomeridiane che i ricordi si fissano. Propongo i doppi turni scolastici da un lato perché una diversificazione degli orari di ingresso e uscita a scuola diminuirà l’affollamento a livello di spostamenti e trasporti e permetterà un maggiore distanziamento nelle aule e nei vari servizi scolastici. Ma oltre a un guadagno in termini di migliore prevenzione contro il coronavirus pandemico, dall’altro lato ci sarebbe un vantaggio dal punto di vista dell’apprendimento.
Sotto questo aspetto non c’è alcuna controindicazione nel fare lezioni al pomeriggio. Ci sarebbero, piuttosto, benefici.
Al mattino le prime 2 ore di lezione sono le meno produttive per l’apprendimento, perché fino alle 10 l’alunno non ha ripreso completamente la propria attività dopo la pausa notturna.
L’apprendimento inizia a essere efficace dalle 10.30-12.50, momento in cui prevale la memoria a breve termine: in pratica, gli alunni capiscono bene la spiegazione, ma devono rinforzare l’apprendimento nelle ore pomeridiane. E proprio dalle 15 alle 17-18 prevale la memoria lungo termine: oltre a capire quello che viene loro spiegato, i ragazzi memorizzano meglio le nozioni presentate durante la lezione.
Pertanto una programmazione didattica che tenga presente questi ritmi determinerà un miglior rendimento scolastico. Meno rischi Covid, e d’altra parte voti più alti.
*Pediatra