Nicola Palma
Cronaca

La Scala riparte con i mini-concerti

Primo appuntamento lunedì: 600 posti e prezzi popolari. Il futuro tra streaming e spettacoli all’aperto

Quattro mini-concerti per ripartire dopo 133 giorni di lockdown. Un primo passo verso un difficile ritorno alla normalità. Ieri mattina il sovrintendente Dominique Meyer ha annunciato ufficialmente che la Scala riaprirà lunedì prossimo: 75 minuti di musica (senza intervalli e con bar e guardaroba off limits) con il baritono Luca Salsi, la pianista Beatrice Rana e il violoncellista Mischa Maisky, tra arie d’opera, Sonetti del Petrarca di Liszt e pagine cameristiche per i due strumentisti. Mercoledì 8 toccherà a Francesco Meli, beniamino del Piermarini, che dividerà il palcoscenico con il soprano Federica Lombardi e con la star del violino Patricia Kopatchinskaja; a seguire, la serata del 13 vedrà come protagonisti giovani promesse emerse negli ultimi concorsi e artisti che dall’Accademia del teatro hanno spiccato il volo verso le più prestigiose ribalte internazionali, mentre il 15 il calendario verrà chiuso da un’esibizione dei professori d’orchestra della Filarmonica.

Alla Scala potranno accedere circa 600 spettatori (a fronte delle duemila poltrone abitualmente a disposizione), con percorsi definiti di entrata e uscita: 48 euro per platea e palchi, 24 per la galleria; i biglietti saranno disponibili sul sito del Piermarini (www.teatroallascala.org) e su www.ticketone.it dalle 11 di domani (dopo la prevendita per abbonati partita ieri alle 15). "Potremo sentire la musica in sala: una bellissima cosa dopo tre mesi di dieta", ha detto Meyer, che sarà presente il 6 alla Scala. E dopo il 15 luglio? Le incognite sono ancora tutte sul tavolo, tanto che i manager di via Filodrammatici hanno dovuto rifare la programmazione autunnale alla quale avevano pensato qualche settimana fa: stop al trittico Aida-Traviata-Bohème, si dovrebbe ripiegare su spettacoli che necessitano di un minor numero di interpreti in scena. La stagione 2020-2021 verrà presentata a fine agosto, e pure su quella pesano le incertezze legate alla capienza massima su cui ragionare e all’andamento della situazione epidemiologica: "Stiamo controllando tutto, anche dal punto di vista del budget – ha aggiunto il sovrintendente –. Dobbiamo tener conto che gli spettatori stranieri, un terzo del totale, non ci saranno. Non vorrei andare a 200 chilometri orari a sbattere contro un muro: avanziamo con molto realismo". Le idee per il futuro prossimo non mancano: dalle rappresentazioni in streaming ("Faremo un sistema che manderà in onda quasi tutto quello che si fa") alle manifestazioni all’aperto (con cautela, per evitare che un concerto "sia causa di un nuovo cluster" di contagi).

Di sicuro, il 3 settembre ci sarà il Requiem di Verdi in Duomo; due giorni dopo, la Nona di Beethoven in teatro. "È essenziale per me – ha scritto Meyer in una lettera ai i dipendenti – che tutti siate coinvolti nel progetto per far uscire la Scala dalla crisi provocata dall’emergenza sanitaria e che si riallaccino i legami con la città, perché la Scala possa essere simbolo e traino di una ripresa comune, come è sempre stato in passato".