GIULIA BONEZZI
Cronaca

La protesta choc al Cpr di via Corelli. Migranti nudi sotto la pioggia

Le contestazioni nel centro commissariato e ancora sotto sequestro finiscono in un video sui social. L’accusa degli attivisti: "Cinquanta persone ancora detenute non ricevono cure e il cibo è immangiabile".

La protesta choc al Cpr di via Corelli. Migranti nudi sotto la pioggia

La protesta choc al Cpr di via Corelli. Migranti nudi sotto la pioggia

Due uomini seminudi accucciati su stracci zuppi, sotto la pioggia nel freddo di sabato notte, tra resti d’immondizia nel cortile del Cpr, Centro di permanenza per i rimpatri di via Corelli a Milano. Era una protesta, chiariscono gli stessi attivisti che la denunciano pubblicando il video con queste immagini che dovrebbero urtare la sensibilità di chiunque sull’account Instagram "No ai Cpr". È iniziata alle 21 e per gli attivisti è durata "diverse ore", una ventina di minuti secondo la Questura, ma il punto è un altro: il Cpr è commissariato e ancora sotto sequestro per decisione del Riesame, che ha appena respinto il ricorso della società Martinina srl che fino a dicembre gestiva la struttura appaltata dalla Prefettura; Consiglia Caruso e Alessandro Forlenza, madre e figlio che tramite le loro società con base a Pontecagnano Faiano (Salerno) di fatto hanno gestito il Cpr da fine 2021, sono indagati per frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta.

Il caso è esploso con una perquisizione della Guardia di finanza che aveva accertato come i migranti irregolari fossero trattenuti in condizioni che il gip non ha esitato a definire "disumane", tra "cibo avariato", condizioni igieniche "vergognose" e mancanza di cure. Condizioni che, prima dell’intervento dei finanzieri, erano state denunciate dai volontari del Naga. E che, almeno in parte, permarrebbero nella struttura cui il Tribunale ha assegnato un amministratore giudiziario, secondo quanto denunciano gli attivisti di No Cpr sui social: la protesta dei due internati riguarderebbe "le condizioni" delle "circa 50 persone attualmente detenute. Nonostante molti siano ricoperti di macchie pruriginose su tutto il corpo non ricevono cure", nell’infermeria "gli unici farmaci sui quali non si lesina sono i sedativi" e i detenuti che "continuano a cercare di fratturarsi gli arti per cercare di essere liberati" verrebbero valutati per l’invio in ospedale "rigorosamente a occhio". Il cibo, continuano gli attivisti, "oltre a essere in porzioni da fame dicono sia immangiabile. L’alternativa è comprare i biscotti dal gestore (senza scontrino), dall’esterno non permettono alle famiglie (chi ce l’ha) di portare cibo cucinato".

In via Corelli "gran parte del personale è lo stesso già in capo alla sequestrata Marinina (Martinina, ndr) Srl ora sotto inchiesta", aggiungono in un commento gli attivisti, che più tardi postano un altro video fuoriuscito dal Cpr, di un intervento della Gdf in assetto antisommossa, spiegando che la nuova protesta sarebbe nata "perché gli agenti di guardia hanno deciso di chiudere la finestrella sulla porta blindata di accesso al settore: è l’ unico punto di comunicazione con l’esterno, passaggio fondamentale da dove vengono gettati dentro acqua, cibo, medicine e accendino".