NICOLA PALMA
Cronaca

La presidenza del Tribunale. La collega rinuncia al ricorso. Sì alla nomina di Fabio Roia

L’atto del Csm era stato contestato dalla magistrata calabrese Caterina Chiaravalloti. Poi è arrivato per lei un nuovo incarico: la guida della Corte d’Appello di Reggio Calabria.

La presidenza del Tribunale. La collega rinuncia al ricorso. Sì alla nomina di Fabio Roia

Il presidente del Tribunale Fabio Roia

L’ultima spada di Damocle è stata eliminata da una recentissima sentenza del Tar del Lazio: Fabio Roia è e resterà il presidente del Tribunale di Milano. Stando a quanto emerge dalle motivazioni della sentenza emessa il 13 agosto dal collegio presieduto da Antonino Savo Amodio, la nomina del giudice sessantaquattrenne, deliberata il 10 gennaio scorso dal plenum del Csm, è stata contestata dalla collega Caterina Chiaravalloti, che, assistita dall’avvocato Fabrizio Criscuolo, ha impugnato l’atto che ha conferito l’incarico. Dopo la mossa della magistrata sessantenne, sia il diretto interessato che il Csm si sono costituiti in giudizio per chiedere il rigetto del ricorso; anche un terzo magistrato che aveva presentato domanda per la stessa poltrona, Massimo Orlando, è intervenuto nella causa ad opponendum.

Tuttavia, il 2 luglio, Chiaravalloti ha depositato una memoria per spiegare di "non avere più interesse alla decisione". Il motivo? Il 17 aprile è stata a sua volta scelta dal Consiglio superiore della magistratura come nuova presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria: determinante, in quel caso, la preferenza del vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, per consentirle di superare la concorrenza della collega Olga Tarzia. Conclusione: nomina confermata per Roia. Magistrato dal 1986, è stato pubblico ministero presso la Procura di Milano e membro del Consiglio Superiore della Magistratura dal 2006 al 2010.

Rientrato in ruolo, ha svolto le funzioni di giudice nell’area dei soggetti deboli, ricoprendo poi l’incarico di presidente di sezione per le misure di prevenzione. Da sempre impegnato, come studioso e formatore, sul fronte delle tematiche che riguardano la violenza contro le donne, nel 2018 è stato insignito dell’Ambrogino d’Oro.