"La politica si svegli. Una casa indecente logora l’anima"

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"Il caro affitti nella metropoli? È il grande rimosso della politica. Al sindaco Beppe Sala, a chi governa chiedo “scatti” di verità oltre la narrazione esaltante, di uscire dalla loro comfort zone, di ammettere che ci sono problemi che hanno bisogno di essere trattati energeticamente". L’appello dello scrittore Jonathan Bazzi che ha smosso le acque del dibattito pubblico con un tweet diventato virale. "Ormai è prassi chiedere 700 euro per una stanza e almeno 1000 per un monolocale. Inizio a pensare che il mio futuro non sarà più qui, nella mia città" ha scritto sui social il 6 agosto l’autore di “Febbre” – nella sestina del premio Strega 2020 – e del più recente “Corpi minori” (Mondadori). Uno sfogo nato "in un momento di sconforto" dichiara Bazzi, 37 anni, dopo la ricerca infruttuosa che dura da un anno di un appartamento più grande sotto la Madonnina, da condividere col fidanzato e due gatti.

Perché vuole cambiare casa?

"Al momento vivo in un monolocale all’Ortica, un unico ambiente soppalcato di neanche 50 metri quadri, con problemi di infiltrazioni e muffe, per cui in due spendiamo 850 euro al mese. Vorrei una casa più “adulta” che garantisca una certa autonomia nonostante la convivenza. Ma i canoni, anche per immobili vecchi e in periferia, sono troppo alti. A Niguarda per un piccolo bilocale hanno chiesto 800 euro più spese. È da 15 anni che vivo a Milano ma i prezzi sono entrati in una spirale che si avvita sempre di più. Conosco 40enni, 50enni e 60enni che si trovano a condividere il resto della casa con perfetti sconosciuti, potendosi permettere solo una stanza privata per i loro stipendi che sono al palo".

Di chi è la colpa di questa situazione?

"Ci sono motivi che dipendono dal mercato: la Milano delle fiere, degli eventi, del turismo ha aperto nuove modalità di sfruttamento immobiliare con gli affitti brevi che hanno eroso lo stock. La richiesta, d’altra parte, non manca mai: perché Milano è la città del desiderio, attira a sé ogni giorno persone dalla sterminata provincia italiana con la promessa di offrire a loro il proprio posto del mondo. Ma anche la politica ha la sua responsabilità, a partire dal fatto che nessuno parla del problema della casa e nessuno lo affronta. Eppure avere uno spazio vitale in una casa decente è importante, ha una ricaduta diretta sullo stile di vita, l’autostima, la salute mentale delle persone".

Pensa di andarsene fuori dalla metropoli?

"Milano è la mia città: da piccolo i cinema, le giostre alle Varesine, le librerie mi hanno aperto a una nuova dimensione di cose belle e straordinarie, che a Rozzano, fra le case popolari in cui sono nato, non esisteva. Da adolescente è stata la culla della mia educazione sentimentale. Ho sempre percepito un’aria emotiva diversa, in cui potevo mantenere la mia identità senza sentirmi un bersaglio mobile in quanto maschio “anomalo“. Vorrei non essere costretto a fuggire".

A.L.

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