La piccola Elena uccisa anche dall’ipocrisia

Maria Rita

Parsi

A ben guardare e con gli strumenti adeguati di cui la psicologia, scienza della comunicazione e del comportamento, dispone, un decisivo segnale di sofferenza, se non di pericolo, era già rilevabile nei colori del disegno preconfezionato, che la piccola Elena Del Pozzo aveva realizzato per la festa della mamma. Ai quattro lati del foglio la piccina aveva disegnato dei cuori. In alto, contrapposti l’uno all’altro, c’erano un cuore rosso con un punto nero al centro e, dalla parte opposta, un altro cuore di colore viola. Sempre con un punto nero al centro. Analogamente, in basso: due cuori, uno rosso contrapposto ed uno di colore viola, ciascuno con un “buco-punto nero” al centro. Forse, la profetica visione del “buco nero” nel quale la madre, uccidendola a colpi di coltello, l’avrebbe fatta precipitare. Un presagio? Chissà? Forse, ancora e ancor di più, il nero segnale di una ferita mortale. Ll’orrore inaccettabile e immenso di apprendere l’uccisione di una bambina o di un bambino i quali amano e dipendono dalle figure genitoriali non può che riguardarci tutti. La madre di Elena è un’assassina che ha ucciso la creatura a cui aveva dato le forme della vita ed , al contempo, ha ucciso se stessa , pur rimanendo in vita. Si tratta, però, di un delitto del quale nessuno dei parenti della bambina può prendere le distanze. E di noi tutti che, non potendo o non riuscendo neppure ad immaginare tanto male o non sapendolo o potendolo prevenire, cogliendo quei segnali che, pure, le piccole vittime o le vittime adulte inviano, dovremmo impegnarci a proporre e ad imporre, ad ogni costo, investimenti adeguati rivolti alle famiglie e, anzitutto e soprattutto, alle scuole e alle realtà sociali, sanitarie, culturali del territorio, una sistematica azione di prevenzione e cura della salute mentale dei cittadini.

Linee guida e progetti ci sono!. E se manca, però, un’autentica volontà di farlo allora nessuno ipocriticamente può stupirsi se tanti bambini e tanti esseri umani muoiono, ovunque nel mondo, in modo così atroce!.

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