SIMONA BALLATORE
Cronaca

La parità al cinema "Sarà raggiunta nel 2064"

Indagine della Cattolica sulle sceneggiatrici: "Dobbiamo accelerare". Anna Foglietta: "Serve uno sguardo femminile sulle storie". E premi dedicati

Per raggiungere il 50 e 50 - se andiamo avanti a questo ritmo - dovremo attendere il 2064. Le sceneggiatrici stanno crescendo del 5% ogni anno, ma sono ancora sotto la soglia del 30%. In occasione del Milano Film Fest e del lancio della terza edizione di Alf premi cinema, la biennale dedicata alla scrittura cinematografica femminile, è stata mostrata una panoramica dell’equilibrio - o meglio disequilibrio - di genere. Il rapporto annuale Gender Balance in Italian Film Crews dell’Università Cattolica è stato presentato da Mariagrazia Fanchi, direttrice di Almed - l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica - nonché nuova presidente della Film Commission lombarda. "Abbiamo realizzato anche una survey per capire quante società di produzione abbiano un Ceo donna: in Italia si fermano al 26%, in Lombardia a poco meno del 22% – spiega la professoressa Fanchi –. Altro dato: le imprese a conduzione femminile lavorano più sul documentario che sulla finzione, e spesso è indicativo di diverse classi di costo e budget. C’è una generazione di produttrici brave e capaci, sia in Lombardia che a livello nazionale, ma fatica di più a trovare finanziamenti, anche da parte delle banche. Bisogna accelerare".

Il gap salariale è spiazzante: per una giornata di lavoro, registi e sceneggiatori hanno una retribuzione media di 373 euro, mentre le registe e le sceneggiatrici arrivano a una media di 170 euro al giorno, quasi la metà. "Avere uno sguardo femminile sulle storie è di primaria importanza, soprattutto perché veniamo da un sistema audiovisivo segnato da oltre un secolo di narrazione al maschile – sottolinea Anna Foglietta, attrice e sostenitrice della terza edizione di Alf Premi Cinema –. Io stessa ho subìto un pensiero maschile, le mie interpretazioni sono state viziate da un pensiero maschile. Se calcolo i ruoli che ho interpretato sono quasi tutti funzionali, solo donne o madri, mentre se erano libere mi dicevano che avevo fatto la parte della ‘mattacchiona’. Poi è come se mi fossi risvegliata, mi sono accorta di aver dato per scontato qualcosa che non lo è e che non deve più esserlo". ll “Premio Donne Sceneggiatrici“ vuole essere il primo anello di una rete di incontri, dibattiti, formazione e valorizzazione del lavoro delle sceneggiatrici italiane. Una finestra per presentare idee e incontrare potenziali committenti. Il bando prevede un premio di cinquemila euro che verrà assegnato nel mese di giugno del prossimo anno. Sempre a Milano.