
"I conflitti, purtroppo, sono sempre stati un acceleratore per lo sviluppo tecnologico, e per invenzioni che in un secondo momento vengono applicate anche in campo civile e diventano di uso comune: pensiamo agli aerei, a internet...". Antonio Graziano, Ceo e fondatore della società Hbw, osserva la tragedia in corso in Ucraina dai laboratori dove vengono sviluppati apparati medicali che, attraverso la sollecitazione delle cellule e per mezzo di procedimenti di microinnesto, sono in grado di curare ustioni e ferite lacero-contuse nei teatri di guerra e negli ospedali. Al progetto di Hbw partecipa la International Lawyers Associates, fondata dall’avvocato Alexandro Maria Tirelli, partner per le strategie legali e cui è affidata l’analisi strategica geopolitica e Internazionale.
Antonio Graziano, come funzione il vostro kit per curare le ferite?
"Il kit Rigenera è il frutto di approfondite ricerche sulle staminali e sulla medicina rigenerativa. Abbiamo creato un prodotto sofisticato ma dall’uso più semplice possibile, adatto anche per situazioni d’emergenza e ambienti particolari come ad esempio un ospedale da campo o una navicella spaziale. Per rendere l’idea, l’aspetto è simile a quello di una piccola macchina per fare il caffè. Nella capsula, con soluzione fisiologica sterile, viene inserito il frammento di pelle lesionato. Nell’arco di due minuti avviene la frammentazione del tessuto, in modo da esaltare e amplificare la capacità rigenerativa delle cellule".
Una volta frammentato il tessuto, come viene curata la ferita?
"Il frammento viene applicato sulla ferita, accelerandone la guarigione. Per una ferita di dieci centimetri quadrati, ad esempio, basta un centimetro quadrato di tessuto rigenerato. Un sistema molto efficace anche sulle grandi e piccole ustioni".
Una tecnologia sviluppata, inizialmente, per un uso su teatri di guerra.
"Le nostre ricerche avevano ottenuto finanziamenti nell’ambito di un progetto Nato legato allo sviluppo di soluzioni medicali per intervenire nel caso di attacchi terroristici. È nata così la valigetta, in grado di resistere a esplosioni, con all’interno il kit per le situazioni d’emergenza che può essere usato sia in ambito militare sia civile, anche in scenari come la guerra in Ucraina".
Quali sono i vostri mercati di riferimento?
"Attualmente siamo presenti in una cinquantina di Paesi del mondo. L’Asia e il Medio Oriente sono i nostri sbocchi principali, anche il Brasile è un mercato interessante. Purtroppo, pur essendo una tecnologia tutta “made in Italy“, purtroppo per noi l’Italia è ancora un mercato di nicchia".
Andrea Gianni