La Mezza Maratona del Naviglio: torna il sogno di volare a New York

In palio un biglietto per la maratona più famosa del mondo. E l’incasso devoluto in beneficenza

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di Barbara Calderola

Il sogno accarezzato da migliaia di runner è di nuovo a portata di mano: la Mezza maratona del Naviglio si farà. Cernusco è già al lavoro per organizzare la 24esima edizione dell’appuntamento sportivo più amato da sempre. L’ultima, nel 2019. Due anni di virus hanno cancellato la gara con tre percorsi diversi, per professionisti, dilettanti e ragazzi ma un unico sogno: vincere il biglietto andata e ritorno per New York e partecipare alla corsa più famosa del mondo nella Grande Mela. Per spuntarla non serve essere un campione, "la pettorina più fortunata viene estratta a sorte fra i partecipanti. È sempre stato così", ricorda l’assessore allo Sport Grazia Maria Vanni. E’ già all’opera insieme a Lions e Atletica Cernusco, i gruppi che organizzano, anime dell’evento, la missione è blindare la manifestazione contro Omicron 2.

Gli occhi sono puntati al calendario, la data è fissata: 22 maggio "sembra lontana ma per chi deve ripensare tutto daccapo è dietro l’angolo". Anche per i numeri che la kermesse ha sempre registrato, "in passato siamo arrivati a 3mila iscrizioni". Non uno scherzo e già i primi paletti sono fissati: "Le ambulanze saliranno in bici – spiega l’assessore –. Ce ne saranno lungo il percorso per assistere i corridori. In sella sarà disponibile tutto l’occorrente per l’Sos cardiaco, defibrillatore compreso". È la prima cosa alla quale ha pensato. "L’affascinante itinerario lungo il Naviglio impedisce l’uso di mezzi ingombranti e noi abbiamo fatto della sicurezza il primo punto". La corsa ha un’anima solidale: tolti i soldi del viaggio oltreoceano l’intero ricavato va ad associazioni e volontari. Doppio beneficio ben noto all’esercito in calzoncini corti e scarpette che non vede l’ora di scendere in pista. "Due anni fa era tutto pronto quando è scattato il lockdown e nel 2021 con la curva dei contagi che risaliva abbiamo rinunciato. A febbraio, dati alla mano, abbiamo capito che poteva essere la volta buona. E le riaperture ci hanno confermato che avevamo ragione – conclude Vanni – ma non significa che non prenderemo fino alla più piccola precauzione per tutelare tutti. E’ la nuova normalità alla quale dobbiamo abituarci". Il primo appello è per i volontari: "per gestire la ripartenza ne servono almeno il doppio del solito: 150. Chiediamo aiuto a tutti".

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