
di Massimiliano Saggese
Stato di agitazione alla Mamoli di Lacchiarella contro la decisione di spostare l’azienda a 140 chilometri. I lavoratori in assemblea hanno votato per lo stato di agitazione a tempo indeterminato: "La scelta del gruppo di trasferire la produzione nel mantovano maschera licenziamenti". Nel 2016 la Mamoli, storica rubinetteria con oltre 50 dipendenti sull’orlo del fallimento venne acquisita dal Gruppo Parini che, però, non acquistò l’area su cui sorge lo stabilimento.
"Oggi un’azienda che ha rinnovato i prodotti, ha una forte presenza sul mercato, rilevanti commesse, produce utili, rischia di trasformarsi in un’area dismessa - spiegano i lavoratori -. La proprietà ha infatti comunicato la sua intenzione di spostare la produzione a Castiglione delle Stiviere, nel mantovano". "È inaccettabile - dichiara Andrea Torti della Fiom di Milano -che una fabbrica sana e in attività venga di fatto chiusa. Ed è impensabile chiedere ai lavoratori di spostarsi quotidianamente di 140 chilometri da dove vivono: i trasferimenti evocati dall’azienda sono licenziamenti mascherati". Il problema è l’area dove sorge lo stabilimento che non essendo stata acquistata dal gruppo Parini è stata ceduta all’asta. "Se il problema è l’area su cui è ubicato lo stabilimento pensiamo ci sia tutto il tempo per ricercare e costruire una soluzione che consenta di mantenere sul territorio lo storico marchio e 50 posti di lavoro. In questo percorso stiamo già coinvolgendo le istituzioni, a partire dal Comune di Lacchiarella".
Nell’assemblea che si è svolta in fabbrica le lavoratrici e i lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione. Nei prossimi giorni verranno decise le forme e i tempi delle iniziative di mobilitazione per contrastare la scelta aziendale, scongiurare i licenziamento e mantenere in attività l’azienda". I lavoratori tramite la Fiom hanno anche avanzato l’ipotesi di cercare uno stabilimento in zona capace di ospitare la fabbrica perché per loro percorrere circa 300 chilometri al giorno per andare e tornare dalla sede dove il gruppo intende trasferire le lavorazioni è un’utopia. E per scongiurare la chiusura dell’azienda sul territorio si stanno mobilitando anche politici della zona come Guido Tafuri, consigliere comunale di Casarile, che ribadisce il fatto che bisogna trovare una collocazione dell’azienda sul territorio. Per i prossimi giorni i lavoratori stanno organizzando anche un corteo per le vie cittadine per sensibilizzare le istituzioni.