Riccardo
Riccardi
Per Machiavelli la libertà male usata offende sé e gli altri. Lo conferma anni dopo il filosofo americano dell’ ’800 G.R. Lowell. “La democrazia dà a ciascuno il diritto di essere il proprio oppressore”. Nei giorni scorsi La Scala, tempio musicale meneghino di risonanza mondiale, ha voluto aprire la stagione con un capolavoro russo. In programma prima dello scoppio del conflitto in Ucraina. L’occidente ha appoggiato l’aggredito fornendo armi che hanno impedito la capitolazione e ha imposto sanzioni che stanno mettendo in ginocchio il popolo russo al quale i media del regime fanno intendere quello che vuole Putin. Taluni e purtroppo tra questi il presidente ucraino, hanno gridato alla scandolo per la prima alla Scala di una opera nata anni fa nel paese ora aggressore. Bene fa fatto il nostro presidente del Consiglio Giorgia Meloni a dire che “non ce l’abbiamo con il popolo russo ma con chi ha deciso l’attacco”. Da noi, nell’agone politico, non ha cultura chi offende; fa esercizio di volgarità pericolosa. Pandemica. Chi si erge a difesa di un discolo, ne è complice perché uccide il dogma della civiltà civile. La libertà è un diritto laicamente divino. Questo viene privato quando chi (la libertà), “male la usa”, danneggia altri, impediti ad esercitare le loro facoltà fondamentali. Il popolo russo è un gran popolo; la sua arte è stata essenziale per l’umanità. È un popolo patriota che rispetta il potere quando è chiamato alla difesa del proprio suolo. Attenzione a non demonizzare una nazione anch’essa sofferente senza colpa. L’uso improprio della libertà porta ad essere un oppressore di sé stessi. Le parole sono macigni che possono provocare stragi. La cultura è libertà di pensiero. Non può essere censurata. Ma attenzione perché “la gente non capisce mai quello che odia”. Dall’odio nascono dolore e timore. Lo disse, già nel 300 d.C., Sant’Agostino. Un grande Santo.
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