
Una delegazione del Comune di Milano ha sfilato ieri al gay pride di Budapest, la capitale dell’Ungheria che "oggi è...
Una delegazione del Comune di Milano ha sfilato ieri al gay pride di Budapest, la capitale dell’Ungheria che "oggi è la capitale d’Europa", ha spiegato la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi. "Il Pride – ha aggiunto – non è più solo la manifestazione dell’orgoglio Lgbtqia+. Siamo qui per affermare e ribadire ai governi populisti di destra che, almeno nell’Unione europea, la libertà di esprimere il proprio pensiero non è negabile né negoziabile, è un diritto sancito sia dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) che dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Milano è qui e sarà sempre nei luoghi e con le persone che difendono la libertà e i diritti civili". Da Milano, tra gli altri, sono arrivati a Budapest anche l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, la consigliera comunale e delegata a Lavoro e Pari Opportunità della Città Metropolitana Diana De Marchi e il consigliere comunale Mauro Orso. "Siamo un bellissimo fiume di persone" ha commentato sui social Sacchi. A Budapest pure Marco Cappato, fondatore del movimento paneuropeo di cittadini Eumans. Per lui è il primo ministro Victor Orban "a non rispettare le leggi" e ha definito "del tutto illegale" il divieto a manifestare che ha posto. "La libertà di associazione e manifestazione – ha ricordato Cappato – è un diritto fondamentale riconosciuto nella carta dei diritti dell’Unione". A sfilare, poi, Luca Paladini, consigliere regionale di Patto Civico, fondatore de “I Sentinelli“: "Oggi Viktor Orban – scrive su Facebook – ha subito una sconfitta politica epocale. Il timore era di fare un Pride pieno di stranieri come noi, a portare solidarietà a una comunità offesa, censurata e discriminata ma troppo spaventata per esporsi. E invece erano loro (gli ungheresi, ndr) ad aspettare noi, in più di 200mila".