
Carlo Fidanza, milanese, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo ed ex consigliere comunale
"Finalmente". Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, già consigliere comunale milanese, esulta: "Questa vicenda mi riaccende ricordi antichi, quando ero un ragazzo che aveva appena iniziato a fare politica. Partecipai a manifestazione contro l’ipotesi di trasferimento del Leoncavallo in via Salomone...".
Parliamo di oltre 30 anni fa...
"Sono passati tanti anni e finalmente oggi (ieri per chi legge, ndr), dopo tanti anni di impunità, è stata ripristinata la legalità, una storica battaglia della destra milanese. Per tanti anni, soprattutto nella prima parte della sua storia, il Leoncavallo ha praticato l’illegalità diffusa, l’estremismo ideologico e la violenza politica. Ora in pochi lo ricordano, ma c’è anche questo nel pedigree del Leonka. Negli ultimi anni, certo, il problema principale creato dal centro sociale è stata la concorrenza sleale nei confronti di altre attività commerciali che pagano le tasse, il suo essere un luogo di aggregazione “fuori legge“. Ma va ricordata tutta la storia del Leoncavallo, anche alla sinistra politica e intellettuale che in queste ore si straccia le vesti a favore del centro sociale sgomberato. Finalmente lo Stato torna a fare lo Stato. E va oltre un paradosso".
Quale paradosso?
"Paradossalmente, appunto, lo Stato, non avendo sgomberato il Leonka, era stato condannato a pagare tre milioni di euro a titolo di risarcimento alla famiglia Cabassi, proprietaria dell’immobile di via Watteau. Di fronte a questa situazione, non si poteva più perdere altro tempo".
Il sindaco Giuseppe Sala, intanto, si lamenta di non essere stato avvisato preventivamente dello sgombero.
"La necessità di accelerare sullo sgombero si è posta dopo l’annunciata mobilitazione da parte dei militanti del Leoncavallo e la programmata festa di Avs all’interno dell’immobile dall’8 settembre, il giorno prima della scadenza dello sfratto. Davanti a uno scenario in cui si sarebbero potute creare situazioni di resistenza che impedissero di procedere allo sgombero, quest’ultimo andava programmato con riservatezza e celerità. Il legame politico tra la Giunta Sala e il Leoncavallo – legame che si evince dalle parole dello stesso sindaco – è tale che se la data dello sgombero fosse stata condivisa con il Comune con largo anticipo, questo avrebbe potuto generare una reazione da parte degli occupanti abusivi e probabilmente compromesso la possibilità di effettuare lo sgombero. La polemica di Sala, dunque, è penosa e portata avanti da chi è in malafede su questo, visto che ha sempre strizzato l’occhio al Leonka e si sta adoperando per trovare al centro sociale una nuova sede a spese dei milanesi".
FdI, dunque, è contraria al bando per assegnare l’immobile di via San Dionigi ai leoncavallini?
"Siamo contrarissimi. L’immobile comunale di via San Dionigi è tra due parchi recentemente riqualificati, in mezzo ad alcune attività produttive e a due passi dall’Abbazia di Chiaravalle. L’ubicazione del Leoncavallo in quel luogo è assolutamente inopportuna. FdI vigilerà che non ci siano corsie preferenziali e che il bando sia aperto a tutti. Oltretutto ci sarebbe anche da discutere che a un bando del genere possano partecipare le Mamme del Leonka, a cui il Viminale ha chiesto i tre milioni di euro che ha dovuto versare ai Cabassi".
M.Min.