SIMONA BALLATORE
Cronaca

"La laurea di Roberto ci unisce e ci dà forza"

Bicocca diploma alla memoria lo studente morto in un incidente mentre consegnava la tesi. La mamma: adorava scienza e natura

di Simona Ballatore

Era a pochi passi da uno dei traguardi più attesi, la data della laurea era già cerchiata in agenda: 12 ottobre, università di Milano-Bicocca. Ma il 9 settembre, proprio mentre era diretto in ateneo in sella alla sua moto per consegnare le slide della sua tesi, Roberto Frigerio ha perso la vita. Avrebbe compiuto 25 anni a dicembre, abitava a Verano Brianza. Ieri a solcare quel traguardo tanto atteso per lui c’erano i suoi genitori, sua sorella, gli amici di sempre. E i suoi prof, commossi, al fianco della rettrice Giovanna Iannantuoni. La sua Bicocca ha deciso di conferirgli la laurea alla memoria. Non solo, la sua tesi sui materiali innovativi per leghe metalliche - frutto di un tirocinio anche al Cnr-Icmate di Lecco - continuerà a viaggiare: la prossima settimana i suoi risultati saranno discussi dalla tutor, Elena Villa, a un convegno internazionale. "Una soddisfazione in più – commenta la sorella maggiore, Erica –. Roberto ha sempre avuto la passione per la scienza, sin da bambino, come per la natura. Siamo venuti grandi a documentari: quando eravamo a casa da scuola perché malati ne guardavamo uno dietro l’altro, a cominciare da quello sui vulcani". Roberto non vedeva l’ora di completare il percorso universitario e guardava avanti: doppia laurea specialistica, tra Milano e Belgio. Fra le mani mamma Carla e papà Marco stringono la pergamena. "È il completamento di un percorso al quale si era dedicato tanto in questi anni – sottolineano –, il giorno dell’incidente sapeva già che questa sarebbe stata la data". Così è stato.

La famiglia ha organizzato un piccolo rinfresco, con la fidanzata di Roberto e gli amici più intimi. "Era affettuoso, simpatico, premuroso. Quando avvertiva che qualcosa non andava cercava subito di intervenire, per dare il suo contributo – ricorda la mamma –. Ed era molto sensibile ai temi della terra e dell’ecologia, si sarebbe dedicato a quello in futuro". Amava anche la Formula 1, Roberto era fan prima di Senna poi di Alonso. "Ma nonostante avesse la moto e il circuito vicino a casa non ci era mai andato – sottolinea Carla –, era molto prudente e attento alla guida. La sua passione non era la velocità: aveva preso la moto da strada, non sportiva, per il senso di libertà, perché si sentiva più connesso alla natura che non in auto". Nessuno riesce a darsi una spiegazione di quanto successo il 9 settembre. "Roberto si è impegnato molto durante i suoi studi – ricorda il professor Carlo Antonini, suo relatore –. Era una persona affidabile, lo aspettavamo per l’ultimo esame e quando non lo abbiamo visto arrivare ci siamo subito preoccupati". Erano tutti ansiosi di poterlo festeggiare. "Resta il ricordo della chiusura di questo percorso – dicono i genitori –, il ringraziamento va alla rettrice, al prorettore Maurizio Casiraghi, alla commissione di laurea tutta: hanno reso possibile questo giorno, non hanno spostato la data. Roberto non è qui con noi, ma siamo insieme per darci forza l’un l’altro".