CRISTIANA MARIANI
Cronaca

La “guerra nei boschi” scuote persino l’Anpi

La polemica era stata innescata dal Movimento 5 Stelle, che ha accusato l’associazione sportiva di “war game” di vicinanza al fascismo

di Cristiana Mariani

La guerra nei boschi della droga. Per una volta, non si tratta di operazioni delle forze dell’ordine per combattere lo spaccio di sostanze stupefacenti ma di una simulazione. C’è chi lo chiama “war game” e chi più tecnicamente softair, ma la sostanza non cambia: delle compagini si sfidano, generalmente in aree boschive, a colpi di vernice o di pallini di gomma. Un gioco, lo dice il termine stesso “war game”, che però ha suscitato un polverone inimmaginabile. Anche perché il softair esiste da qualche decennio. A sollevare il vespaio è stato il Movimento Cinque Stelle rescaldinese, che ha affermato che "a Rescaldina, l’Amministrazione comunale va a braccetto con associazioni che prendono in prestito simboli e frasi fasciste per arricchire la passione del softair” facendo riferimento al nome dell’associazione sportiva dilettantistica “Quinta squadriglia La Disperata di Legnano”". Un nome che riporterebbe alla mente significati collegati al fascismo. "Nei boschi di Rescaldina - sottolineano Roberto Cenati, presidente Anpi Comitato Provinciale di Milano e Maria Grazia Pierini, presidente sezione Anpi di Rescaldina - è stata autorizzata la presenza di questa associazione per una inquietante simulazione di guerra. Riteniamo gravissima questa iniziativa, della quale chiediamo la cancellazione, che si pone in contrasto con i valori della nostra Carta Costituzionale".

Una "inquietante simulazione di guerra" che non avviene soltanto a Rescaldina e non è avvenuta solo qualche giorno fa. A gettare acqua sul fuoco ha pensato Gianluca Crugnola, assessore a Polizia locale e Sport: "L’associazione ha sin da subito dimostrato piena disponibilità, calendarizzando le proprie attività tenendo conto anche degli eventi organizzati dall’Amministrazione e ha sottoscritto spontaneamente, appena sorta la polemica, la dichiarazione antifascista prevista per le attività organizzate su suolo pubblico, anche se non dovuta in quanto il bosco è privato. Inoltre, dopo aver già chiarito che sia il nome sia il logo dell’associazione risalgono alla prima guerra mondiale e non al ventennio, per mezzo del suo presidente, ha annunciato la rimozione del video con il motivetto incriminato sui social e ha fornito disponibilità persino a modificare il proprio logo, se questo urtasse la sensibilità di alcuni utenti".

E pensare che il tema del “presidio dei boschi della droga” attraverso iniziative che coinvolgano i cittadini e lascino poco spazio agli spacciatori è da tempo sulla bocca di tanti in paese.