La Fiuma: un caso da studiare

Emanuele

Bottiroli

Cresce e diventa un caso di studio nazionale il progetto vitivinicolo ed enologico di Fabio Zappellini a San Benedetto Po che con il suo vino “La Fiuma” e un’altra referenza in arrivo dal 2023 valorizza il terroir del mantovano.

La Fiuma è un Lambrusco Mantovano come dovrebbe essere: emozione nel calice, un vino pop, a base del vitigno autoctono Grappello Ruberti, che reinterpreta una lunga storia identitaria e strizza l’occhio ai giovani wine lovers. “Un vino che impersona il nostro modo di essere.

Noi siamo quelli che sognano con i piedi per terra e lo sguardo al futuro”, spiega l’enologo-filosofo Fabio Zappellini.

“I primi passi e i primi riscontri ci dicono che avevamo visto giusto. Il successo e il radicamento sul canale della ristorazione è stato immediato. È piaciuta l’idea del vitigno autoctono riscoperto.

La Fiuma ha poi stupito per qualità, identità, espressività e versatilità di abbinamento. Nei ristoranti di qualità e cultura, in cui io credo da sempre, servono proposte distintive che raccontino ed emozionino ad un prezzo giusto e accessibile”.

La Fiuma compete con i produttori di territori che del Lambrusco hanno fatto un fenomeno mondiale, tra Modena e Reggio Emilia, eppure la referenza di filiera di San Benedetto Po lascia il segno ed è richiesta dai clienti colpiti al primo assaggio. Zappellini spiega:

“È un vino di valore che fa bene a un territorio più conosciuto per Grana Padano, Parmigiano Reggiano e allevamento di suini.

Qui non ci sono solo imbottigliatori, ci sono produttori che devono mettere a frutto dalla vigna alla bottiglia il valore dell’espressività che qui si può raggiungere e che va fatta conoscere”.

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