
Quarantasette anni di vita, 95 volontari operativi sugli interventi di primo soccorso, 9 dipendenti e un autoparco storico con 22 ambulanze dei tempi che furono. Sono questi i numeri della Croce Bianca di Paullo, fresca di un cambio al vertice: dopo nove anni di gestione da parte di Cristina Sacco, al timone è tornato Giuseppe Comandulli, che è già stato presidente del gruppo per 17 anni ed è anche il curatore delle ambulanze d’epoca conservate nella sede del sodalizio, in via Aldo Moro, in un apposito spazio di 400 metri quadrati. La più datata risale agli anni Trenta, "e stiamo cercando degli sponsor per poterla restaurare", la più recente è degli anni Novanta. In mezzo ci sono 12 lustri di storia del soccorso scanditi da modelli, tutti presenti nell’autoparco paullese, come la Fiat 1100 T, rimasta in produzione dal 1959 al 1967 e soprannominata "il mulo" per la sua durata nel tempo, la Campagnola del 1965 e le ambulanze Volkswagen dei primi anni Settanta. Tutte rigorosamente blu o azzurre, colore che ai tempi contraddistingueva i veicoli dedicati al pronto intervento. Gli interni erano spartani, con attrezzature ridotte al minimo, lettighe rigide e incastellate l’una all’altra in caso d’incidenti con più feriti. "Un tempo le dotazioni consistevano solo nell’ossigeno e nelle barelle svedesi, in cartone", ricorda Comandulli che, appena 18enne è stato tra i primi volontari della sezione locale, nata il 1° aprile 1975. "Fa effetto vedere l’evoluzione che c’è stata": ora a bordo si trovano anche defibrillatori e apparecchi per l’elettrocardiogramma. Anche la preparazione dei volontari si è andata via via perfezionando, con corsi di formazione e protocolli sempre più rigorosi. "Ci piacerebbe creare un museo, ma l’iter è complesso, perciò le ambulanze storiche vengono esposte solo in concomitanza di eventi". Due modelli, uno del 1976 e l’altro del 1982, erano presenti allo stand della Croce bianca, alla recente fiera di Paullo Cià che girum. Ora il neo timoniere si propone di rafforzare l’attività del sodalizio anche attraverso l’inserimento di nuovi volontari.
Alessandra Zanardi