REDAZIONE MILANO

La corsa alla presidenza Per guidare il Tribunale la sfida è tra milanesi Il Csm vota a settembre

A più di un anno dal pensionamento di Roberto Bichi . Giovanna Di Rosa, da tempo presidente della Sorveglianza, rivale. di Fabio Roia che regge l’ufficio ed è capo delle Misure preventive.

La corsa alla presidenza Per guidare il Tribunale la sfida è tra milanesi Il Csm vota a settembre

E alla fine rimasero in due. Lei è Giovanna Di Rosa, attuale presidente del tribunale di sorveglianza, lui è Fabio Roia, dal maggio ’22 alla guida provvisoria del tribunale ordinario dopo il pensionamento dell’ex numero uno Roberto Bichi. Sono loro due, insomma, i soli rimasti in corsa (erano partiti in undici) per la poltrona di presidente del Tribunale d Milano. Entro fine anno il Csm dovrebbe fare finalmente la sua scelta, al termine di una procedura di nomina che a quel punto si sarà trascinata per più di un anno e mezzo. Tempi biblici anche perché, nel frattempo, il vecchio Csm in scadenza aveva preferito lasciare l’incombenza al nuovo e - per di più - c’è stato il passaggio delle elezioni politiche con cambio di governo e lentezze obbligate nella scelta dei nuovi membri del Csm di nomina parlamentare.

Ora però siamo al rush finale e sembra scontato che il tribunale milanese avrà una nuova guida cresciuta in casa. Sposata, due figli, fra il 2010 e il 2014 membro del Csm, Di Rosa è presidente della Sorveglianza da quasi otto anni e prima è stata magistrato di quello stesso settore. Una vita a occuparsi di detenuti e di carceri, insomma, non soltanto con i provvedimenti che firma per lavoro, ma anche attraverso i mille convegni e incontri di formazione sul tema a cui ha partecipato negli anni insieme a magistrati, avvocati, anche giornalisti. Da sempre convinta che il carcere debba essere un luogo aperto alla società civile anche in chiave di rieducazione dei reclusi, del resto prevista dalla Costituzione, Di Rosa è da anni una presenza fissa, fra l’altro, alla Prima della Scala trasmessa su maxi schermo a San Vittore, dove lo scorso 7 dicembre è passato anche l’allora neoministro della Giustizia Carlo Nordio.

L’altro candidato in corsa, di qualche anno più anziano, è Fabio Roia, attuale facente funzioni di capo del tribunale milanese e presidente della sezione autonoma misure di prevenzione. Sposato, due figlie, anche lui ex membro del Csm, ha alle spalle una lunga pratica da sostituto procuratore nel pool che indagava sui reati contro i soggetti deboli, in particolare la violenza sulle donne quando ancora il tema non era all’ordine. Insignito per questo dell’ “Ambrogino d’oro“, sull’argomento è stato anche autore di un libro. Passato tra le file dei giudici, prima di occuparsi di misure di prevenzione è stato presidente di collegio nella sezione di tribunale che celebra processi proprio per reati contro donne e bambini, e poi vice presidente vicario del tribunale ordinario.

Tra settembre e ottobre è probabile che, dopo averli sentiti tutti e due in audizione sui rispettivi programmi di gestione dell’impegnativo ufficio milanese, il Csm possa votare in commissione entrambi i loro nomi. La parola finale spetterà in ogni caso al plenum dell’organo di autogoverno delle toghe, che dovrebbe esprimersi entro la fine del’anno.

Mario Consani