La cassaforte di De Castro svuotata dopo le manette

’Ndrine a Lonate, 40mila euro via dal conto corrente per evitare sequestri. Anche un’avvocatessa nel mirino dei carabinieri. "Suggerì l’operazione"

Migration

Metà ottobre 2018. I carabinieri di Busto Arsizio fanno scattare il blitz "Atlantic": in 14 finiscono in manette, tra cui il condannato per mafia Emanuele De Castro e il figlio Salvatore, con le accuse di spaccio ed estorsione. L’ipotesi degli investigatori è che parte dei proventi dello smercio di droga sia stata reinvestita in due locali di Lonate Pozzolo e in una società di Ferno che gestisce parcheggi. In quei giorni, hanno ora ricostruito i militari del Nucleo investigativo di Milano, partono le manovre per svuotare il conto corrente della City Parking Malpensa srl, così da mettere al riparo da sequestri quei 40mila euro. A orchestrare l’operazione, secondo le indagini coordinate dai tenenti colonnelli Antonio Coppola e Cataldo Pantaleo, sarebbe stata l’avvocatessa Francesca Cramis, allora legale dei De Castro, che avrebbe contattato il consulente del lavoro Gianpaolo Laudani per "suggerire lo svuotamento" della cassaforte. Come? Laudani convoca nel suo studio l’intestataria della srl Vanessa Ascione, compagna di De Castro junior, spiegandole che il denaro andava "distribuito a più persone" e "prestando la propria opera professionale" per ripartire le somme tra varie persone. Innanzitutto, viene predisposto un contratto di assunzione (retrodatato al 2 aprile 2018) per Francesco S., cognato di Emanuele De Castro e "già lavoratore in “nero“ presso la City Parking Malpensa", con statini paga relativi ai mesi di aprile (1.197 euro), maggio (1.286), giugno (1.227), luglio (1.246), agosto (1.287) e settembre (1.186). Ad altri due parenti vanno 8mila euro, giustificati con la voce "collaborazione occasionale anno 2018", mentre a Mattia G., titolare al 60% della Gestione Parcheggi srl, vengono bonificati 5.490 euro (a fronte dei 2mila effettivamente guadagnati) come "assistenza vostri gestionali"; senza dimenticare i 5.170,36 euro versati a Laudani in tre tranche e i 3.600 euro finiti a tre dipendenti della City Parking. L’avviso di chiusura indagini, notificato due giorni fa ai diretti interessati, è stato depositato ieri dal pm della Dda Alessandra Cerreti nel corso dell’udienza del processo "Krimisa" sulla locale di Lonate Pozzolo, in corso al Tribunale di Busto Arsizio; tra gli indagati ci sono anche De Castro junior (che nel frattempo è diventato collaboratore di giustizia, così come il padre) e l’avvocatessa Cramis, in aula come difensore di Laudani (a sua volta indagato). "Appare evidente come tale notifica sia stata emessa ed eseguita al fine di zittire questo scomodo difensore alla vigilia della discussione nel processo Krimisa", ha ribattuto Cramis, che ha rinunciato alla difesa del commercialista.Nicola Palma

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro