
La bidella ci riprova. Per la seconda volta chiede il patteggiamento per il tragico incidente a scuola in cui perse la vita il piccolo Leo, sei anni da compiere, precipitato nella tromba delle scale. Da un anno e dieci mesi (proposta respinta dal gup Alessandra Di Fazio perché troppo bassa) ora l’accordo sull’entità della pena con il consenso della Procura sarebbe a due mesi in più: due anni di reclusione, il limite massimo per godere della sospensione condizionale della pena. La collaboratrice scolastica è accusata di omicidio colposo così come le due maestre del bimbo. Una di loro sarà processata da stamani con rito abbreviato, l’altra non ha ancora comunicato la sua scelta. Era la mattina del 18 ottobre di due anni fa alla scuola primaria Pirelli, periferia nord della metropoli, quando il piccolo Leonardo Acquaviva, tornando in classe da solo dopo essere stato alla toilette, salì su una sedia con rotelle lasciata in corridoio (dove non doveva stare), si sporse dalla ringhiera e precipitò di sotto per tre piani, morì dopo pochi giorni di agonia.
Per quella tragedia sono tre le persone finite sotto inchiesta: oltre alla bidella, anche le due maestre per"aver cagionato la morte del bambino per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle norme". Avrebbero dovuto tenere sotto controllo il piccolo, anche se si era allontanato solo per pochi minuti per andare in bagno, ma non lo fecero. La bidella, in particolare, è accusata dal pm Letizia Mocciaro di "non avere prestato servizio nella zona di competenza secondo la mansione assegnatale", di "non avere vigilato sulla sicurezza ed incolumità dell’alunno (…) in particolare nello spostamento per recarsi ai servizi" e "per avere utilizzato il telefono cellulare" invece di svolgere la propria mansione. Così non lo riaccompagnò in classe, per di più dopo aver "lasciato incustodita una sedia girevole tipo ufficio in prossimità delle scale".
La maestra di italiano e quella di sostegno della classe di Leo, per l’accusa hanno "omesso la dovuta vigilanza sul bambino" consentendogli di andare al bagno da solo senza accertarsi dell’effettiva presenza della bidella, violando così il regolamento dell’Istituto e la direttiva della scuola per la vigilanza sugli alunni.
M. Cons.