
Il bagolaro di piazza Garibaldi per il Comune deve essere “sacrificato“ nell’ambito del restyling
La “nuova“ piazza Garibaldi pronta al vernissage, confermato per il 13 luglio. Ed ecco pochi giorni prima servita una nuova polemica, già battezzata la “querelle del bagolaro“. Riguarda un’ultima tranche di lavori che, a piazza completata, sarà realizzata al di là della strada e a ridosso del ponte. E che prevede, per far spazio a nuovi arredi e riqualificazione, il sacrificio di un bagolaro di oltre vent’anni, un ombrello verde su uno slargo su cui si affacciano bar, negozi e la fermata dei bus. Dall’altra sera in rete una petizione online, lanciata da un cittadino, ha superato le cento firme: “Salviamo il bagolaro di via Isola Ponti“. "Sì ai lavori di riqualificazione della piazza – vi si legge – ma senza abbattere l’albero. Lo si integri nel nuovo progetto". A stretto giro, la replica della Giunta di Fabio Colombo: "La presenza del bagolaro inadeguata dal punto di vista tecnico e progettuale. Radici che danneggiano il contesto e criticità nella sicurezza. La scelta dell’abbattimento, non arbitraria, è necessaria: ma presa a malincuore". L’ipotesi di taglio dell’albero che “accoglie“ chi entra a Cassano dal ponte era già stata criticata dalla minoranza in Consiglio comunale. A ridosso lavori, questa la petizione dei cittadini: "In tempi di crisi climatica ogni albero conta. Più è vecchio, più rende servizi eco-sistemici: assorbimento CO2, abbattimento temperature, biodiversità. E non sono 5 nuovi alberelli piantati che sostituiranno un esemplare di 20 anni. Salviamo il bagolaro e tutti gli altri minacciati: sono patrimonio vivente della città".
Il sindaco: "La pianta al centro delle discussioni, a sud di piazza Garibaldi, è stata messa a dimora nel 2006. Sebbene sia indubbiamente bella, fu piantata in un’area pubblica non dall’amministrazione ma da un gruppo di cassanesi, senza attenta valutazione di essenza e spazi più adatti. Le radici tendono a sollevare e danneggiare pavimentazioni, muretti, tombini e infrastrutture sotterranee. Già oggi si rilevano lesioni significative nei paraggi e ripercussioni sul funzionamento del sistema di raccolta delle acque. Date le dimensioni dell’albero, c’è in prospettiva un tema di sicurezza". Il mantenimento? "Un’opzione non sostenibile", ribadisce.